Roma - Se occupi un immobile il massimo del rischio sarà che le istituzioni ti trovino casa. Oppure - versione più estrema e improbabile - che il proprietario dell'immobile occupato debba trasformarsi in agente immobiliare per trovarti un'alternativa. La direttiva Minniti alla fine potrebbe spuntare.
Il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa ha già detto che valuterà se impugnarla. Oggi il vertice del ministro dell'Interno e forse chiarirà un po' i dettagli, ma è già chiaro che si tratterà di un contentino alla sinistra, sull'onda emotiva dello sgombero di Roma. Un'altra stratificazione di norme e intralci burocratici che renderà più difficile e pesante per un proprietario di immobile tornare in possesso del suo bene. Una norma irrazionale, che allungherà ancora i tempi biblici della giustizia civile italiana.
Ma anche senza la direttiva, basta la normativa in vigore a tutelare chi viola la legge e penalizzare il legittimo proprietario di un immobile.
Ad esempio la norma approvata pochi mesi fa, dentro il decreto «sicurezza delle città» del ministero dell'Interno (decreto 14 del 2017), più volte segnalato da Confedilizia come un grimaldello pro occupazioni. In sintesi il decreto non prevede direttamente che si debbano trovare alternative abitative per gli occupanti. Ma stabilisce che siano i prefetti e i sindaci gli arbitri del come e del quando i proprietari di immobili potranno rientrare in possesso dei loro beni.
Se il giudice ordina uno sgombero, da aprile scorso, si deve passare dal prefetto per renderlo esecutivo. Sta a lui decidere, tenendo conto di «possibili turbative dell'ordine e la sicurezza» se mandare le forze dell'ordine. Un incentivo per i movimenti di lotta per la casa (ex autonomia operaia) a minacciare disordini.
Più difficile fare intervenire le forze dell'ordine. Il prefetto deve decidere tenendo conto della «tutela dei nuclei familiari in situazioni di disagio economico e sociale». Comuni e regioni devono farsi carico di garantire «livelli assistenziali».
Contro le decisioni del prefetto si potrà fare ricorso. Ma il massimo che si potrà ottenere è fare procedere con lo sgombero. Nella legge, insomma, ci si premura di evitare cause civili dei proprietari. Che saranno presumibilmente tante.
Un regalo agli occupanti, arriva anche attraverso i sindaci. I caso di «presenza di persone minorenni o meritevoli di tutela» oppure per motivi di tutela delle condizioni igienico sanitarie, i primi cittadini potranno non applicare il decreto Legge 47 del 2014. È la legge Lupi che stabiliva il divieto di alloggiare le utenze di energia, acqua, gas e anche telefonia a chi occupa abusivamente. I sindaci potranno anche decidere di riconoscere agli occupanti il diritto a stabilire la residenza nell'immobile occupato oppure di avere una casa assegnata dal comune. Magari la stessa che hanno sottratto a chi ne aveva diritto, se si trattava di edilizia popolare, Prima del decreto c'era un divieto espresso.
Insomma, una mano consistente agli squatter organizzati. Dietro chi occupa per bisogno, come noto, ci sono organizzazioni che traggono illegalmente vantaggio, sia in termini di proselitismo sia economico, come dimostrato dalle ricevute trovate nell'immobile liberato dagli occupanti a Roma.
Il decreto era già il risultato di compromessi tutti politici e attenzione nulla al merito della policy. Quella delle occupazioni - più o meno politiche - è una piaga che le cifre ufficiali non riescono a fare emergere. È uno dei tanti casi che rendono l'Italia un paese poco competitivo per gli investimenti esteri.
Bruxelles punta il faro da anni sui tempi lunghissimi della giustizia civile italiana e sulla impossibilità per i privati di avere giustizia. Il decreto, e probabilmente la successiva direttiva, peggioreranno questa situazione.
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