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La mossa disperata: risorge l'antiberlusconismo

Da "Repubblica" a "Micromega" i giornali di sinistra riprendono il vecchio copione sul leader

La mossa disperata: risorge l'antiberlusconismo

Si è risvegliato lentamente, in coda alla campagna elettorale, con il crescere delle apparizioni di Berlusconi in tv e il rischio concreto che, pur da incandidabile, possa vincere le elezioni. Da vecchio saggio quasi sdoganato a sinistra (Scalfari che lo preferisce a Di Maio, Santoro che lo elogia, Cacciari che lo trova «bravissimo, ha veramente imparato a fare politica»), Berlusconi è tornato ad essere una minaccia per la parte politica che lo ha combattuto per vent'anni. L'editoriale del direttore di Repubblica Mario Calabresi invita i lettori a votare bene (il Pd, ma senza indicarlo direttamente) e a non perdere di vista il pericolo incombente nell'urna, il «vecchio film che va fermato», ovvero l'ex premier del centrodestra. «È sepolta la memoria dei danni causati dalle leggi fatte su misura e dimenticati lo stato dei conti e la salute del Paese che (Berlusconi, ndr) aveva lasciato dopo il suo ultimo governo», «poi la condanna i quattro procedimenti giudiziari ancora in corso», e nonostante ciò scrive il direttore di Repubblica, il leader di Forza Italia «va serenamente in tv a spandere promesse come se ciò non esistesse». Per approfondire, un ritratto firmato dall'ex vicedirettore Giannini: Condoni e flat tax, il Caimano non è cambiato. Il tema più classico della tradizione di Repubblica, ma che mancava da un po' di tempo. Si risveglia l'antico odio che ha segnato gli ultimi anni, anche nei social network come rileva D-Link, che ha analizzato circa 2 milioni di tweet e commenti on line sulle elezioni da inizio 2018, e ha concluso che «il leader di partito più preso di mira è Silvio Berlusconi, che è destinatario del 23% degli insulti personali online, seguito da Salvini e Renzi entrambi al 21%».

Sull'Espresso torna la saga di Berlusconi e la mafia, «vent'anni di soldi in nero ma nessuno ne parla». È il filone siciliano a cui si rifà il pm Nino Di Matteo, simpatizzante del M5s che lo vorrebbe come suo ministro. Il magistrato racconta a El Pais (ripreso da Repubblica) che «Berlusconi ha sovvenzionato la mafia per anni», stesso oggetto del comizio del grillino Alessandro Di Battista ad Arcore, a cui il Cavaliere ha risposto annunciando azioni legali. Un'autorità in questo campo, Marco Travaglio direttore del Fatto Quotidiano, si è preso la briga di scrivere apposta un libro, da allegare al suo giornale, titolo: B. come basta! Fatti e misfatti, disastri e bugie, leggi vergogna e delitti (senza castighi) dell'ometto di Stato che vuole ricomprarsi l'Italia per la quarta volta.

Si è aggiunta anche l'Ong statunitense Avaaz, considerata vicina al magnate George Soros. Da giorni posta commenti allarmati sulle elezioni italiane: «La coalizione Berlusconi Salvini Meloni è quasi maggioranza. Maggioranza. Ma possiamo fermarli, basta votare per il candidato con più possibilità di battere la destra nel tuo collegio - scrive Avaaz -. Il quattro marzo vota con la testa». Cioè la Bonino, candidata supportata dalla Ong.

Il vecchio copione, sembra di essere tornati indietro all'ultimo governo Berlusconi, finito sotto i colpi dell'allarme spread. E infatti anche la paura dei mercati, se gli italiani voteranno «male», è un tema che viene di nuovo agitato, come nel 2011. Lo ha fatto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, per poi correggersi dopo la reazione nervosa della Borsa di Milano, lo fa l'ex direttore generale di Confindustria e parlamentare uscente del Pd, Giampaolo Galli, che avverte: «L'affidabilità (dell'Italia, ndr) non è mai scontata, per farsi prestare 400 miliardi serve disciplina». La Lega alleata di Berlusconi? È sempre razzista, prima con Bossi ora con Salvini, e in prima linea a denunciarlo c'è sempre la Cgil Fiom. Quei burloni di Micromega, poi, dedicano addirittura un poema: «Berlusconi sta tornando. Dall'Europa messo al bando fra irridenti risolini e severi bollettini, ora è tutto perdonato», eccetera.

Siamo in pieno amarcord antiberlusconiano, manca solo che rivinca per davvero.

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