Guerra in Ucraina

La mossa di Draghi: 12 milioni di euro di aiuti a Kiev

L'Italia sarà il primo Paese Nato a deliberare ufficialmente aiuti militari all'Ucraina dopo l'invasione russa. Nella bozza del dl 12 milioni in equipaggiamenti non letali per Kiev

La mossa di Draghi: 12 milioni di euro di aiuti a Kiev

Nella bozza del decreto legislativo che il governo italiano si prepara ad approvare per gestire il posizionamento di Roma sulla questione ucraina rientrano anche piani di fornitura di equipaggiamenti militari non letali a Kiev da 12 milioni di euro. Si tratterebbe della prima posizione ufficiale in termini di aiuti materiali dell'Italia in sostegno al Paese attaccato ieri dalla Russia. Elmetti, giubbotti antiproiettile e altri tipi di equipaggiamento simile sono indiziati per essere tra gli oggetti possibilmente in grado di esser spediti a Kiev nelle ore in cui la Russia cinge d'assedio la capitale e avanza su tutti i fronti.

Si tratta della componente simbolicamente più importante che le agenzie sono state in grado di rivelare su un decreto legge che si prevede destinato ad amplificare e concretizzare la presa di posizione dell'Italia per condannare l'aggressione di Mosca, assistere nei limiti del possibile Kiev e tutelare gli italiani all'estero in zona di guerra. Il governo Draghi si prepara a aumentare di 10 milioni di euro il fondo per la sicurezza di ambasciate e sedi consolari all'estero e di un milione di euro quello dell'Unità di Crisi della Farnesina in trincea per preparare l'evacuazione degli italiani dalla zona di guerra.

Sarà complessivamente di 153 milioni di euro nel 2022 e di 21 nel 2023 il valore del fondo extra di finanziamento alla partecipazione italiana alle missioni Nato ai confini orientali che Draghi e la sua compagine intendono varare, ratificando quanto anticipato dal premier. "Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni", ha dichiarato Draghi nella sua informativa odierna al Parlamento, pari a "circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili". Il dl "ucraino" autorizzerà la partecipazione italiana fino a settembre alla task force Nato.

Operativamente e simbolicamente, chiaramente, è la scelta di fornire assistenza militare e equipaggiamento, per quanto non letale, a fare la differenza. Dopo l'annuncio britannico di una crescita dell'assistenza militare, già sostenuta, di Londra a Kiev in seguito all'invasione russa l'Italia è la prima nazione che delibererà concretamente sostegni a Kiev in seno alla Nato e la seconda in Europa. "La Svezia fornirà assistenza militare, tecnica e umanitaria all'Ucraina", ha annunciato oggi il presidente Zelensky in un tweet, sottolineando che Stoccolma è stato il primo Paese a inviare concreti aiuti all'Ucraina dopo l'invasione, pur non facendo parte dell'Alleanza Atlantica. Roma in seno alla Nato crea un precedente, con quello che è indubbiamente un punto d'inizio.

A cui bisogna capire che mosse seguiranno.

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