Nei giorni caldi dell'affilato dibattito sul rinnovamento di Forza Italia, Silvio Berlusconi tira fuori un asso dal mazzo e prova ad allargare prospettive e perimetro del campo di gioco. Il suo obiettivo è «parlare ai liberali, ai cattolici, ai riformatori, agli italiani di buonsenso e di buona volontà che sentono come me questo profondo disagio per la politica di oggi e che condividono questa profonda preoccupazione per il futuro del Paese». Come? Chiamando a raccolta soggetti vecchi e nuovi, liste civiche e personalità della società civile, l'Altra Italia da lui evocata da mesi, che vogliano mettersi in gioco per dare nuova linfa alla rappresentanza dei moderati.
«Non si tratta di fondare un nuovo partito» spiega «ma di creare una federazione fra i soggetti che pensano a un nuovo centro moderato ma innovativo, nettamente alternativo alla sinistra, saldamente ancorato alle idee e ai valori liberali e cristiani, in prospettiva alleato ma non subordinato alle altre forze del centro-destra».
La federazione, d'altra parte, è sempre stato un suo vecchio pallino e da tempo ha inserito nel dibattito la possibilità di dire addio al logo di Forza Italia per percorrere altre vie. Un modo per fare quadrato, dire basta alle liti, disinnescare l'offensiva di Giovanni Toti, resistere all'Opa salviniana, alla forza di attrazione di Fratelli d'Italia e rendere di nuovo attraente il partito di Piazza San in Lucina, a suo dire, prigioniero di un dibattito quello sulle regole che non ha alcun appeal per gli elettori e rischia di inaridire la proposta politica, distogliendo forze ed energie da ciò che davvero interessa agli italiani. Il risultato è che ora il tavolo delle regole fissato per oggi appare superato dagli eventi e il focus dell'attenzione si sposta su ciò che potrebbe nascere dalle ceneri di Forza Italia.
Le prime reazioni arrivano soprattutto dalla galassia cattolica per la quale la proposta del Cavaliere suona come una musica dolcissima. «L'appello di Silvio Berlusconi per la nascita dell'Altra Italia e di una federazione di Centro è un gesto di generosità e di amore nei confronti del Paese» dice il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa. «Alla rissosità della maggioranza e al Governo dell'immobilismo bisogna sì opporsi ma creando un'alternativa credibile e forte che abbia l'obiettivo di rafforzare il Centro. Credo che si tratti di una sfida importante: oggi, più che mai, l'Italia ha bisogno di una forza ragionevole il cui punto di forza è il legame con il territorio. L'Udc, in questa partita importante per la formazione de l'Altra Italia, ci sarà».
«Il leone si è svegliato» commenta il presidente della fondazione Dc, Gianfranco Rotondi. «La proposta di Berlusconi ricrea lo spazio per una forza liberale di ispirazione cristiana. Il mio consenso ha un valore relativo perché da 25 anni sono con Berlusconi a prescindere, ma penso che questa iniziativa susciterà entusiasmo soprattutto nelle giovani generazioni avide di vera politica». Piena adesione anche da Maurizio Lupi. «È ciò che abbiamo sempre auspicato, una federazione, un rassemblement, lo si chiami come si vuole, che abbia come sua prima caratteristica l'apertura a tutto quel mondo che è vivo e operativo nella società italiana ma che è da tempo alla ricerca di una forza politica non estremistica che lo rappresenti».
Applausi arrivano anche da Anna Maria Bernini per la quale «Berlusconi vuole creare la Federazione del buonsenso, distante dalla sinistra che sta tornando alle vecchie derive massimaliste ma anche distinta dai sovranismi esasperati che stanno isolando l'Italia».
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