In mostra il Michelangelo della moda

Sono esposti nella sua casa-atelier 41 tra i più iconici abiti da sera

In mostra il Michelangelo della moda

Parigi - «Oh papà» sospira Naomi Campbell davanti al fulminante abito in jersey nero attraversato in diagonale da una lucente zip creato nel 1981 da Azzedine Alaia e riproposto nel 2003 con piccole ma fondamentali modifiche nelle proporzioni. Ci sono entrambe le versioni nella bella retrospettiva Je suis couturier dedicata al mitico designer franco-tunisino scomparso lo scorso 18 settembre a 77 anni.

I 41 modelli selezionati da Olivier Saillard (direttore del Musèe Galliera fino a una settimana fa e ora alla direzione artistica del marchio J.M. Weston) sono esposti fino al prossimo 22 giugno in rue de la Verrerie 18, un'antica fabbrica di vetri nel cuore del Marais che Azzedine aveva trasformato in casa e atelier. Chissà quante volte la Venere Nera si è rifugiata in queste stanze per godere dell'impagabile compagnia di quel piccolo grande uomo (Azzedine arrivava a malapena al metro e 50, ma nel suo lavoro era un gigante) che davvero le ha fatto da padre oltre a scoprirla come modella nel 1986, quando lei non aveva ancora 16 anni.

«Le ho fatto vedere Funny Face per farle capire che il mondo della moda non è rose e fiori, ma lei si è concentrata piuttosto sulla storia d'amore tra Audrey Hepburn e Fred Astaire: un disastro» raccontava lui divertito. Non sorprende quindi la commozione che per un attimo vela lo sguardo della top model bella come non mai in un tailleur di Alaia in pelle nera e con un brillante da almeno 5 carati al dito. Poi si riprende e dice di essere molto felice per la mostra che è solo l'inizio: bisogna fare di tutto di più per onorare quel genio. Non è la sola a pensarlo. C'è chi sogna una mega esposizione al Metropolitan Museum di New York mentre Carla Sozzani (storica amica di Azzedine) insieme con il suo compa Christopher von Whey ha costituito già nel 2007 un'associazione per tutelare l'archivio che comprende modelli originali di Balenciaga, Vionnet, Charles James e Claire McCardell. «Ci sono anche tanti pezzi d'arte e cose sue non finite: studi di forme e proporzioni incredibili» racconta la bionda signora che in un anno ha perso le colonne portanti della sua vita: la sorella Franca e l'amico del cuore.

Eppure nei suoi occhi c'è solo orgoglio e felicità quando Fanny Ardant commenta «Era il Michelangelo della moda» e Olivier Saillard dichiara «Non è stato triste lavorare su questi capolavori, sarebbe stato peggio non farlo». In effetti...

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