Movida "militarizzata" da Nord a Sud

Primo weekend post-riapertura: mille agenti a Roma. Blitz in Veneto e Campania

Movida "militarizzata" da Nord a Sud

Grande operazione di massa o grande «distrazione» di massa? La movida è il vero problema della Fase 2? Per la politica che nella Fase 1 dell'emergenza-coronavirus ha fatto poco (e quel poco lo ha pure sbagliato), il capro espiatorio è sempre lo stesso: la gente «assembrata»; «colpevole» di riappropriarsi della vita normale. A base di incontri, relazioni e, perché no, di qualcosa da bere in compagnia. Che non significa necessariamente ubriacarsi, rinunciare alla mascherina e fregarsene della distanza di sicurezza, ma solo non perdere banalissime libertà che solo tre mesi fa nessuno avrebbe mai immaginato di potere mettere in discussione. Buon senso e tutela della salute non sono valori inconciliabili. Checché ne pensino le «istituzione» che - dopo aver messo nel mirino della demagogia runner e solitari bagnanti snidati addirittura con l'ausilio di droni, elicotteri (!) e quad - ora danno la caccia al pericoloso popolo degli «spritzisti». Certo, è più facile multare che cercare un vaccino e pianificare interventi sanitari. Meglio «distrarre» l'opinione pubblica con le ronde anti-apericena che riflettere su un commissario che di straordinario ha solo l'incapacità di portare a termine nessuno dei compiti per i quali era stato designato; meglio «distrarre» l'opinione pubblica dai virologi-tv specializzati nel dire tutto e il contrario di tutto, ma con la prosopopea di chi la sa lunga. E così oggi comincia il primo weekend del dopo-apertura. Il terrore per la movida è tale che le metropoli si stanno attrezzando per affrontare l'onda d'urto di Aperol e Campari. Peccato che qui, di «sbagliato», non ci sia tanto il Negroni, ma l'idea di stoppare lo spauracchio del contagio-bis con la deterrenza delle contravvenzioni: da 400 a 3mila euro per i furbetti dell'assembramento e per i baristi rei di non averli «dispersi» adeguatamente. Anche se l'ultima circolare ministeriale invita le forze dell'ordine a usare la mano leggera: «L'operatore dovrà invitare verbalmente l'utente al rispetto delle norme, astenendosi, salvo i casi in cui sarà inevitabile applicare la sanzione». Intanto la sindaca Virginia Raggi annuncia raggiante: «Nel fine settimana rafforzati i controlli a Roma nelle zone della movida. Per il primo week end post lockdown saranno impiegati circa mille agenti delle forze dell'ordine per verificare il rispetto delle norme anti-Covid. Da San Lorenzo a Trastevere, da Ponte Milvio a Campo de' Fiori, dal Pigneto a Testaccio. Il piano di sicurezza della Questura prevede controlli anche sul litorale, nelle zone dei laghi e dei parchi». Agguerritissima anche la sua collega Chiara Appendino che ha annunciato una Torino «sorvegliata speciale nei punti tradizionali degli happy hour». Idem nelle altre città ad alto tasso alcolico come Padova, Verona, Treviso, con il governatore veneto Luca Zaia su tutte le furie. Vucciria «militarizzata», a Palermo, dopo la figuraccia dei giorni scorsi con le foto-choc del party sotto le stelle.Per non parlare del lanciafiamme di De Luca pronto a intervenire a incenerire gli «sbevazzatori» campani: «Basta rincretinirsi con alcol e droga». E pure Giuseppe Sala, a Milano, lucida la stella da sceriffo, se pur parzialmente rassicurato da polizia e carabinieri: «La situazione, finora, non presenta criticità». Ma Navigli e Darsena saranno comunque monitorati presidiati dai vigili. Non foss'altro che per evitare ulteriori «incazzature» al primo cittadino, per gli amici Beppe.

A dar loro manforte il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, e il capo della polizia, Franco Gabrielli: «Inizieremo a controllare bar e locali dalle 18 in poi, proprio dall'orario dell'aperitivo».

In alto i calici. E pure la mascherina.

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