Movimento sull'orlo della crisi: "Siamo all'autolesionismo"

In Parlamento è sempre più forte il malcontento degli eletti dei 5 Stelle. Ed è una lite continua, mentre si vocifera su un'accelerazione di Conte sulla sua segreteria

Movimento sull'orlo della crisi: "Siamo all'autolesionismo"

Il “tutti contro tutti” è l’unica definizione per descrivere la situazione nel Movimento 5 Stelle. A urne chiuse, infatti, sono esplose tutte le tensioni interne, perché i risultati deludenti hanno lasciato strascichi. Tanto che, secondo quanto apprende IlGiornale.it, Giuseppe Conte sta valutando un’accelerazione sulla nomina della sua segreteria. Potrebbe dare la lista nelle prossime ore. “Di sicuro vuole dare un segnale per evitare il logoramento”, spiega una fonte parlamentare. Anche perché resta in stand-by la decisione sul capogruppo alla Camera: l’intenzione del leader è quella di indicare un nuovo presidente dei deputati. Davide Crippa, attualmente in carica, non è gradito all’ex avvocato del popolo, che vorrebbe sostituirlo con il suo fedelissimo, l'ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. E per questo negli ultimi incontri sono volati gli stracci.

Autolesionismo grillino

Inevitabilmente i capannelli di grillini alla Camera si sono sprecati nelle ultime ore. Uno dei più attivi è l’ex sottosegretario Stefano Buffagni, che ha usato parole nette: “Siamo autolesionisti”, ha detto ad alcuni suoi colleghi, commentando il comportamento ai ballottaggi. E a Montecitorio non è l’unico a pensarla così. Anzi. “Se ci fossimo accordati con il Partito democratico o avessimo lontanamente sostenuti i loro candidati a Roma e Torino al secondo turno, non ci starebbero massacrando”, è la tesi di un deputato di rango, molto vicino a Conte, secondo cui si sarebbe potuta rivendicare una vittoria parziale. Sarà. “E comunque sarebbe stato più logico assumere una posizione chiara, invece di avvitarci”, è la chiosa del ragionamento. Intanto, Vincenzo Spadafora, già sottosegretario allo Sport, ha consegnato la sua riflessione in pubblico: "Nessuno nel 2023 ci voterà solo perché abbiamo Giuseppe come presidente. E anzi, riflettendoci, proprio da qui dovremmo iniziare a ragionare: in effetti perché qualcuno dovrebbe volerci votare, tra un anno e mezzo?".

Spargimento di veleni

Ma lo spargimento dei veleni sta avvenendo a piene mani. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha lanciato il suo primo libro. E al di là delle ironie social, è riuscito a prendersi la scena e a mettersi a distanza di sicurezza dagli insuccessi. Il livello dello scontro è insomma sempre più alto. Tra i pentastellati circola con insistenza la voce che Conte spinga per andare alle elezione prima possibile, d’intesa con Enrico Letta, ringalluzzito dall’esito delle Amministrative. Ma per i contiani si tratta solo di illazioni “che fanno circolare gli uomini più vicini a Di Maio”. E soprattutto “chi racconta questa versione crea solo dissidi all’interno del Movimento e alimenta i malumori”. Un’accusa velata all’ex capo politico che sarebbe intenzionato a seminare discordia. D’altra parte la versione è respinta al mittente dagli uomini di Di Maio. “Oggettivamente siamo al tutti contro tutti”, sospira, sconsolata, una fonte interna.

In tutto questo c’è l’incognita Beppe Grillo, che grava sulla situazione. Il fondatore si morde la lingua, ma chi lo conosce bene riferisce che “e una pentola a pressione”.

La linea di Conte non gli piace in alcun modo, compresa la volontà di fare piazza pulita dei grillini alla Crippa. “Fino a quando riusciranno a tenerlo buono?”, domanda un parlamentare. C’è chi scommette che non arriverà alla fine dell’anno.

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