Mps avverte i dipendenti: "Guai a chi fa i nomi"

Il governo apre alla proposta di Patuelli (Abi) di pubblicare la lista dei principali debitori

Mps avverte i dipendenti: "Guai a chi fa i nomi"

Sulla «intranet» aziendale i dipendenti del Monte dei Paschi si sono visti recapitare ieri mattina dall'ufficio risorse umane di nuovo una circolare interna diramata qualche mese fa. In sostanza, un invito generico a non fornire all'esterno o a non diffondere incautamente sui social network informazioni sensibili della banca nel rispetto della direttiva numero 953 del gruppo in materia di comunicazione che regolamenta anche i marchi aziendali e definisce le regole di condotta e «la necessità di un percorso di condivisione con l'area Relazioni Esterne prima che i singoli attivino iniziative di comunicazione verso l'esterno su attività o fatti che riguardano la banca e o lo status di dipendente».

Nessuna minaccia di ritorsione o censura diretta, dunque, ma a chi l'ha ricevuta non è parso un caso che il concetto espresso nella circolare sia stato ribadito proprio dopo l'auspicio espresso «a titolo personale» dal presidente dell'Abi, Antonio Patuelli. Quest'ultimo ha infatti chiesto di conoscere i nomi dei principali debitori delle banche che richiedano risorse pubbliche per la loro sopravvivenza. Appello che ha subito fatto partire la caccia all'elenco. E provocato le reazioni del garante della privacy ha precisato che la maggior parte dei debitori, in quanto presumibilmente persone giuridiche, non gode più dal 2011 di alcuna tutela, almeno sotto il profilo privacy. «Sarebbe sicuramente spropositato privare della garanzia della riservatezza ogni cittadino che si rivolga a una banca per chiedere un semplice prestito», ha aggiunto. In caso di persone fisiche che chiedono un prestito, «la legge in primo luogo attraverso il segreto bancario tutela la legittima aspettativa di riservatezza, che ciascuno deve poter avere nel momento in cui richiede ed ottiene un prestito», spiega il garante. «Nell'ipotesi in cui si volesse derogare a questa legittima aspettativa, un'eventuale modifica legislativa non dovrebbe comunque contrastare con la disciplina europea a tutela della riservatezza e dovrebbe circoscrivere adeguatamente l'eccezionalità dei presupposti per determinare la deroga».

Nel frattempo il governo apre alla proposta di Patuelli: i capigruppo del Pd, Zanda e Rosato, ne hanno parlato ieri con il premier Gentiloni che si è mostrato disponibile. L'iter del salva-risparmio comincia oggi al Senato e giovedì dovrebbe essere ascoltato il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan e sempre oggi avverrà per alzata di mano nell'Aula di palazzo Madama il voto sulla richiesta di dichiarazione d'urgenza relativa al disegno di legge dei Cinque Stelle che propone «l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sul dissesto finanziario» del Monte.

Intanto, i sindacati chiedono che venga tagliato lo stipendio ai top manager della banca.

«Il venir meno dell'ipotesi di mercato e la conseguente decisione di avviare tramite intervento pubblico la ricapitalizzazione precauzionale impone senza ulteriori indugi un intervento di riduzione drastica delle retribuzioni del top management da troppo tempo, come nell'intero settore, assolutamente fuori controllo», hanno scritto in una lettera aperta al ministro Padoan.

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