Cronache

Una multa di mille euro per chi viola l'isolamento. Test agli extra-Schengen

Allarmato dai nuovi contagi, Zaia pensa anche al Tso obbligatorio per chi non si cura

Una multa di mille euro per chi viola l'isolamento. Test agli extra-Schengen

Quarantena obbligatoria per chi entra in Veneto da un Paese extra Schengen e sanzioni di mille euro per chi non rispetta le regole. Le nuove misure anti Covid previste dal governatore veneto Luca Zaia non parlano di lockdown ma di denunce e arresti, questo sì. I 28 contagi dal primo luglio hanno fatto scattare l'allarme, tanto che Zaia non esclude l'ipotesi del Tso per i trasgressori, cioè del trattamento sanitario obbligatorio e quindi dell'obbligo di ricovero. Un'ipotesi che ha immediatamente spaccato il mondo della scienza e della politica. Da un lato quelli che lo hanno interpretato come un'esagerazione, dall'altra Andrea Crisanti, responsabile di Microbiologia all'università di Padova («Se una persona è positiva al coronavirus deve essere messa nelle condizioni di non trasmettere l'infezione ad altri, se non lo fa spontaneamente è evidente che non può mettere in pericolo la salute degli altri») e il leader leghista Matteo Salvini, che loda la linea dura del collega («Prima si ritorna a una normalità in sicurezza e meglio è, bene alle misure rigorose»).

In attesa che il governo chiarisca la questione trattamento sanitario obbligatorio, viene introdotta la denuncia immediata per chi viola le regole. «Il Tso non si attua solo per le malattie psichiatriche, lo si fa anche per epidemie o altre attività - precisa Zaia - Ho sentito il ministro Speranza e ha detto che condivide la posizione: quando un cittadino ha l'obbligo di essere ricoverato e non può provvedere alle cure in sicurezza, i sanitari hanno l'obbligo di farlo. A noi interessa che il virus non si diffonda, e non è una questione di razzismo».

Il timore principale è il contagio di ritorno, quello che arriva dall'estero, ad esempio con il rientro delle badanti dall'Est Europa da inizio luglio. In sostanza, chi arriva in Veneto è obbligato ad autodenunciare la propria presenza all'Ulss del territorio in cui si trova e mettersi in quarantena. L'ordinanza introduce il tampone obbligatorio per chi rientra da viaggi di lavoro (anche se solo di un paio di giorni) andando così a colmare una lacuna presente nel decreto ministeriale, in cui non è prevista alcuna misura preventiva per chi compie viaggi di lavoro inferiori ai cinque giorni. Nel caso in cui il primo esame risulti negativo, si dovrà ripetere il tampone 5 giorni dopo. La persona sottoposta a tampone potrà continuare a lavorare con obbligo di utilizzo della mascherina.

È il datore di lavoro che deve poi segnalare all'autorità sanitaria il rientro del proprio dipendente. In Veneto l'azienda Ulss ha l'obbligo di denuncia e di comunicazione al sindaco, al prefetto e alla polizia dei soggetti obbligati all'isolamento fiduciario, per eventuali controlli e misure cautelari.

Resta l'obbligo di auto isolamento per chi ha avuto contatti stretti con un positivo e per coloro che presentano sintomi respiratori e febbre a 37,5 gradi. Saranno creati poi dei luoghi ad hoc per trascorrere la quarantena qualora non sia possibile l'isolamento domiciliare.

Multe salatissime (fino a 5mila euro) anche in Toscana dove, in provincia di Arezzo, hanno preoccupato due focolai tra persone 18 provenienti dai paesi extra Schengen. Per tutte loro vige l'obbligo di quarantena.

Sta ai sindaci di Cortona e Pian di Scò trasferire i positivi negli alberghi sanitari, mentre prima era possibile solo su base volontaria.

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