Musulmano e socialista, Mamdani vuole New York

L'ultra liberal può diventare sindaco: "Terremoto politico". Il piano: tasse ai ricchi, tagli alla polizia e fondi agli Lgbt

Musulmano e socialista, Mamdani vuole New York
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La capitale finanziaria del mondo potrebbe tra pochi mesi eleggere un sindaco socialista. Zohran Mamdani ha ottenuto una sorprendente vittoria alle primarie democratiche per la carica di primo cittadino sconfiggendo il suo principale rivale e veterano del partito dell'Asinello, Andrew Cuomo. I risultati di martedì sera non hanno consegnato a nessun candidato il 50% delle preferenze necessarie per la vittoria, e per la matematica saranno necessari alcuni giorni, ma il vantaggio di Mamdani è tale da spingere anche l'ex governatore (favorito sino a poche settimane fa) ad ammettere la sconfitta. Se verrà eletto a novembre il 33enne diventerebbe il primo musulmano e indiano-americano a guidare Grande Mela, ma la sua vittoria rappresenta soprattutto un duro colpo per l'establishment dem, con ripercussioni in tutto il partito in un momento in cui cerca una risposta a Donald Trump dopo la batosta alle presidenziali del 2024. Tanto che secondo gli analisti la città si è svegliata con un "terremoto politico".

"Abbiamo fatto la storia", esulta Mamdani, praticamente sconosciuto fino a poco tempo fa, ma in grado di conquistare in particolare i giovani. Il socialista democratico, nato in Uganda e arrivato a New York con la famiglia quando aveva sette anni, è appoggiato dagli esponenti progressisti del partito, la deputata Alexandra Ocasio-Cortez e il senatore Bernie Sanders. Nel suo programma chiede più tasse per i ricchi, critica il sostegno americano a Israele per Gaza, contesta l'alto costo della vita in città e propone l'aumento del salario minimo a 30 dollari l'ora entro il 2030. Tra le sue proposte ci sono il "congelamento" dell'affitto per oltre un milione di newyorkesi e asili gratuiti per i bambini fino ai 6 anni, autobus pubblici gratis e supermercati gestiti dal comune. Nel 2020 si è dichiarato un convinto sostenitore del taglio dei fondi al dipartimento di polizia, e se ora dice che non vuole ridurre ancora il budget, di certo non ha intenzione di assumere nuovi agenti. Grande attenzione invece vuole porre sulla comunità Lgbtq, con un ufficio dedicato a City Hall, e una spesa di 65 milioni di dollari per "cure che affermano il genere". "Questa è una città in cui un abitante su quattro vive in povertà, una città in cui 500mila bambini vanno a dormire affamati ogni notte. E in definitiva, è una città che rischia di perdere ciò che la rende così speciale", sottolinea.

"Ha vinto. Non è stata la nostra serata. È stata la serata di Mamdani, se l'è meritata", è il commento di Cuomo, che poteva contare su una raccolta fondi ricchissima, ma non è riuscito nell'impresa di tornare in politica dopo lo scandalo sulle molestie sessuali che lo ha costretto a lasciare la carica di governatore dello stato di New York nel 2021. Ora non esclude di candidarsi come indipendente alle elezioni di novembre, stessa cosa che farà il sindaco in carica, Eric Adams. Cuomo, moderato e membro dell'establishment, ha basato la sua campagna elettorale sulla "competenza", mentre il socialista ha puntato sui diritti civili e sul costo della vita fuori controllo.

"Mamdani è troppo estremista, non è il momento per una politica radicale", afferma il candidato repubblicano Curtis Sliwa, che ora spera di avere qualche possibilità in più puntando sul fatto che molti newyorkesi sono moderati e potrebbero decidere di non volere un sindaco di ultra-progressista.

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