Il terremoto l'aveva sconvolta al punto da farla precipitare in una prigione di silenzio, ma un tema l'ha liberata. Serena, 15 anni, per un anno, tre mesi e due giorni, è rimasta chiusa nel suo dolore, senza riuscire a dire una parola. Muta, dopo che i suoi occhi color cielo, avevano visto il 24 agosto del 2016 Amatrice crollare, pezzo dopo pezzo, istante dopo istante. Sotto quelle macerie era rimasta la nonna, che aveva trovato la morte nel crollo della palazzina dove abitava.
E dopo quella tragedia, che ha scosso il cuore dell'Italia uccidendo 299 persone, l'allora tredicenne si era rifugiata in un mondo inarrivabile e impenetrabile. La sua famiglia, i suoi amici, i suoi affetti, avevano cercato di aiutarla, ma quella sofferenza, più grande di lei, l'aveva piegata, togliendole la forza di reagire e la voglia di parlare. Il 6 dicembre scorso, però, mentre era a scuola, nel liceo Classico Varrone di Rieti, tutto è cambiato.
La professoressa Maria Flavia Perotti, docente di italiano, storia e geografia, che aveva preso a cuore la studentessa, ha assegnato alla classe un tema «Inventa un racconto a piacere». E Serena, davanti a quel foglio, è tornata alla vita. Frase dopo frase ha ripercorso la notte del sisma, che l'ha sorpresa mentre si trovava appunto dalla nonna dove, dal momento della separazione dei genitori, era solita trascorrere le vacanze. E in quel componimento è riuscita a ripercorrere quell'Inferno, lasciandoselo in parte alle spalle.
«Il 24 agosto è un giorno che ricorderò per il resto della mia vita a volte un oggetto che ho davanti, o magari una persona, mi riportano a quel giorno - ha spiegato la ragazza -. Il palazzo di mia nonna di tre piani era diventato un cumulo di macerie di due metri. Se la sera prima avessi saputo che l'avrei abbracciata per l'ultima volta, giuro che l'avrei stretta più forte e sarei rimasta con lei». L'insegnante ha raccontato che prima di quel tema Serena lasciava la classe ogni qualvolta venivano fatti accenni al terremoto.
Ma il 6 dicembre 2017 è stato il giorno della «rinascita», anche se difficile, per via della perdita della nonna. Tanto che parlando di lei nel compito in classe la quindicenne ha usato ancora il presente spiegando che il sentimento che prova per lei non può essere relegato al passato
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