Il mutismo di Orlando sui legami tra i pm del caso banche e governo

Il ministro parla di tutto tranne che del caso Etruria. Eppure il il Csm ha aperto un fascicolo ad hoc su Roberto Rossi, consulente del governo e pm di una delle inchieste sul pasticciaccio brutto di Banca Etruria

Il mutismo di Orlando sui legami tra i pm del caso banche e governo

C'è un pullulare di uomini di legge in questo pasticciaccio brutto di banche, di decreti salvabanche, di parenti stretti di ministri del governo invischiati con le banche salvate e di risparmiatori scippati dai risparmi. Ma il ministro che si occupa degli uomini di legge, su questa storia, non ha detto nulla. Il Guardasigilli Andrea Orlando non è di solito un campione di loquacità, eccetto che per le questioni di sua strettissima competenza. Ma un conto è centellinare le dichiarazioni, specie su un tema delicato e fonte di eterne polemiche come la giustizia. Altro è non dire niente né sulla vicenda che sta scuotendo il governo né sulle commistioni tra magistrati e Palazzo Chigi. Prendiamo ad esempio Raffaele Cantone, presidente dell'Anticorruzione, pronto a sobbarcarsi l'onere di mettere come bandiera di legalità la sua faccia per salvare quella del premier e del governo, occupandosi degli arbitrati che stabiliranno chi, delle vittime delle banche fallite, sarà risarcito e chi no. O magistrati come il procuratore di Arezzo Roberto Rossi, che da un lato è pm di una delle inchieste sul pasticciaccio brutto di Banca Etruria e dall'altro lato però è anche consulente di Palazzo Chigi per gli affari giuridici. Il Csm, quando la notizia è stata resa nota, si è svegliato. Persino Unicost, la stessa corrente del procuratore, ha detto che beh, questo doppio ruolo, sia pure in scadenza - a fine anno, ma in passato è stato rinnovato praticamente in automatico - è sicuramente poco opportuno, se non decisamente poco ortodosso. Stizzito Rossi ha precisato che il suo incarico «è stato espressamente autorizzato dal Csm» e «non ha alcuna connotazione politica». E infatti il Csm sul procuratore di Arezzo ha aperto un fascicolo ad hoc. E il Guardasigilli Andrea Orlando cosa fa? Silenzio, solo silenzio su questa spinosa vicenda. Come se, insieme ai temi di riforma del sistema giustizia, non fossero di sua competenza anche le polemiche che coinvolgono chi indossa la toga. Non parla, Orlando, non dice nulla. Parla di tutto tranne che del caso Etruria. Vero è che il silenzio a volte vale più di mille parole. Ma è vero anche che a volte tacere è spiacevole sintomo di imbarazzo. Intendiamoci, il disagio del ministro Orlando è comprensibile. Ed è doppio, visto che da un lato c'è il governo di cui fa parte e dall'altro le toghe che a lui in quanto Guardasigilli fanno riferimento. Facile fare dichiarazioni generiche, sulla poca opportunità delle porte girevoli per i magistrati e sul cumulo di incarichi.

Ma come si fa a parlare quando poi i magistrati sono in casa, all'interno dello stesso governo? Quando uno ce l'ha in casa persino lui, il pm Aldo Natalini, nella commissione per la riforma dei reati agroalimentari? No, per Orlando meglio tacere. Imbarazzante star zitti ma altrettanto imbarazzante dire qualcosa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica