Né di destra né di sinistra: siamo noi ad aver perso la bussola

L'insicurezza regna sovrana. Per questo sembra importante stabilire se il Papa sia di destra o di sinistra. Ma non lo è. Siamo noi che non sappiamo più dove guardare e per quale motivo

Né di destra né di sinistra: siamo noi ad aver perso la bussola
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L'ansia di definire a quale area politica appartenga Leone XIV dice molto della nostra crisi e poco del Pontefice. È progressista o conservatore, e in che misura; e per chi ha votato; e per chi voterebbe? È il dilemma di una società così secolarizzata da dimenticare che un Papa non guarda a destra e neppure a sinistra. Guarda in alto. Naturalmente, la Chiesa ha una dottrina sociale, che non si richiama a Marx o al liberismo. Si richiama al discorso della montagna di Gesù, che non volle essere un leader politico e rivoluzionario, come pure alcuni suoi seguaci, Giuda tra loro, lo avrebbero voluto. Il Papa fa il Papa. Noi, invece, dal punto di vista politico, viviamo un'epoca di transizione iniziata con il crollo delle ideologie. Dove andiamo, e dove sarebbe giusto andare, non è chiaro a nessuno. Così cerchiamo qualcuno che ci rassicuri o possa incarnare i nostri timori. Molti commentatori vorrebbero il Papa come pastore per la politica che ha perso la strada. Lo dice, con grande chiarezza, la scrittrice Dacia Maraini intervistata dalla Stampa. Questo desiderio diffuso è qualcosa di più profondo dell'uso politico della religione. Riflette il nostro spaesamento, l'incapacità di stabilire cosa siano il bene e il male. È la paura di fronte al mondo che si trasforma con una velocità impressionante, purtroppo nutrita dalla «terza guerra mondiale a pezzi» profetizzata da Bergoglio. I punti di riferimento sono saltati. Basta accendere la televisione. Donald Trump vuole annettere Canada e Groenlandia, e forse non scherza. Seguono le immagini delle tragedie senza soluzione, per il momento: Ucraina, Gaza e ora Kashmir. In libreria ci sono scaffali di libri nei quali gli intellettuali si chiedono se la democrazia abbia le ore contate, vista la sfiducia nel voto e la delegittimazione costante degli avversari. Una élite incapace di conquistare il consenso si lamenta del suffragio universale. Non va tanto meglio in casa nostra. La sinistra italiana esce con le ossa rotte da un lungo periodo nel quale ha messo i diritti civili, reali o presunti, al posto del lavoro. Le battaglie woke sono però percepite come assurde da chi deve fare i conti con un salario modesto e il degrado del proprio quartiere. La destra si dibatte tra l'apertura al liberalismo e la conferma di una vocazione statalista.

L'insicurezza regna sovrana. Per questo sembra importante stabilire se il Papa sia di destra o di sinistra. Ma non lo è. Siamo noi che non sappiamo più dove guardare e per quale motivo. Siamo noi a dover chiarire chi siamo o vogliamo essere.

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