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Nadef ottimista: il Pil 2021 va verso un +6%. Ma il superdebito sconsiglia spese dissennate

Lo sbilancio record (2.725 miliardi) congela i capitoli fisco e pensioni

Nadef ottimista: il Pil 2021 va verso un +6%. Ma il superdebito sconsiglia spese dissennate

Bilanciare ottimismo e realismo. Questo è il compito che il ministro dell'Economia, Daniele Franco, si prefigge in vista della prossima legge di Bilancio. Nella Nota di aggiornamento al Def (Nadef), che dovrà essere presentata entro il 27 settembre, Via XX Settembre dovrebbe indicare per il 2021 una crescita del Pil attorno al 6% (+4,5% la stima contenuta nel Def) e superiore al 4% nel 2022. Di conseguenza il rapporto deficit/Pil, sebbene siano previsti ulteriori esborsi non coperti da entrate, dovrebbe fermarsi attorno al 10% e quindi anche il debito/Pil si dovrebbe mantenere attorno al 156% dello scorso anno e non crescere ulteriormente.

Ma le dinamiche economiche non giustificano spese dissennate perché il debito pubblico a luglio, ha reso noto Bankitalia, ha segnato l'ennesimo record a 2.725,9 miliardi, aumentando di oltre 30 miliardi rispetto al mese precedente. Il ministro Franco ripete già da qualche settimana che la crescita del Pil dovrà soprattutto agevolare la traiettoria di rientro dei conti pubblici su un sentiero di sostenibilità. I partiti della maggioranza si sono presentati alla vigilia della sessione di bilancio con un quaderno di richieste, difficilmente attuabili vista la scarsità di risorse disponibili. Alcune proposte come la proroga al 2023 del Superbonus 110% hanno un appoggio bipartisan, ma su Reddito di cittadinanza, fisco e pensioni le distanze sono siderali. Il primo impegno che andrà onorato con la manovra - oltre a circa 2 miliardi di spese indifferibili - sarà il finanziamento della riforma degli ammortizzatori. Sul tavolo c'è un miliardo e mezzo dal congelamento del cashback (che potrebbe definitivamente essere superato) ma serviranno almeno altri 3-4 miliardi per disegnare la nuova Cig per tutti, almeno nella fase di transizione. Di qui la necessità di una revisione del Reddito di cittadinanza, difeso a spada tratta dal Movimento 5 Stelle ma criticato da centrodestra e Iv. La mediazione potrebbe essere trovata attraverso una stretta sul fronte delle politiche attive obbligando i percettori a formarsi e a ricercare di conseguenza un'occupazione. Il pacchetto welfare comprende anche gli interventi per mitigare la fine di Quota 100. Per Pd e Leu bisogna ampliare la platea dell'Ape sociale, mentre la Lega vorrebbe, oltre alla salvaguardia della misura che le è cara, creare un fondo da almeno 2,5 miliardi in tre anni per le politiche di welfare mirate sulle ristrutturazioni industriali.

Queste tensioni si incrociano con il varo del ddl delega sulla riforma fiscale, attesa in Consiglio dei ministri la prossima. L'intersezione della manovra è rappresentata dai 2,3 miliardi a bilancio proprio per il taglio delle tasse. Le idee non mancano, dall'Irap al cuneo fiscale, ma una decisione ancora non è stata presa.

Così come ancora non c'è visibilità sul decreto fiscale collegato nel quale, oltre a nuove misure di contrasto all'evasione potrebbe trovare spazio la nuova proroga sugli invii delle cartelle, approvata come ordine del giorno la scorsa settimana.

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