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"A Napoli manca tutto. Ma io ho le doti giuste per farla rinascere"

Il magistrato: "Accanimento contro di noi? Vuol dire che diamo fastidio a qualcuno"

"A Napoli manca tutto. Ma io ho le doti giuste per farla rinascere"

C'è un bel sole su Napoli e Catello Maresca, pm in aspettativa, candidato civico a sindaco della città, sostenuto dal centrodestra, passeggia ai Colli Aminei per incontrare i candidati nelle sue liste e i cittadini. «La gente ti riconosce per quello che sei e per ciò che hai fatto con autentico spirito di servizio e questa è la cosa più bella della campagna elettorale».

Dottor Maresca, siamo arrivati alla fine. Come definirebbe questa esperienza?

«Appassionante e appassionata. Appassionante perché ci ho messo e continuo a metterci tutta l'anima. Appassionante perché è stata una prova straordinaria, comunque vada a finire. Conoscere così tante persone e anche zone della città che non conoscevo, mi ha arricchito molto».

Molti colpi bassi?

«Mi sono reso conto a mie spese che in questo ambiente ci sono anche quelli».

E lei come ha reagito?

«Ho sempre cercato di andare dritto per la mia strada, di essere coerente con me stesso e puntare agli obiettivi che oggi si chiamano bisogni dei cittadini. I colpi bassi gli lasciamo agli altri, non appartengono al nostro modo di essere. Se pensano che basti così poco per farci cambiare, sappino che ciò non accadrà».

Con la vicenda delle 4 liste escluse hanno cercato di azzopparla?

«Non lo so, c'è un'indagine in corso. Abbiamo sporto le nostre querele, stiamo ad aspettare. Nessuno ci ridarà le nostre liste ma almeno la soddisfazione di sapere cosa è successo quella mattina sì. Io ho solo detto che la gestione dell'ufficio elettorale non ha brillato per trasparenza».

Si aspettava tanto accanimento?

«Da un lato mi conferma che forse diamo fastidio a qualcuno. Il nostro modo di fare e di essere va a rompere degli schemi e di questo siamo felici. Se pensavano di abbatterci sono rimasti delusi, oggi siamo ancora più forti. Abbiamo altre otto liste, qualcuno si è infortunato ma c'è chi è entrato in campo al suo posto».

I partiti politici l'hanno supportata?

«Hanno avuto la capacità di accompagnare questo percorso e di farlo con moderazione. Poi le discussioni sono naturali, l'importante è che dopo una sana discussione si vada avanti. Tra di noi si è trovata sempre una sintesi nell'ambito del progetto Napoli».

Meglio fare il magistrato o il politico?

«Non lo so ancora. Fare il giudice è la mia vita, la toga è la mia seconda pelle. Spero di poter dire lo stesso anche come amministratore».

Le servirà la sua esperienza da magistrato?

«Certo, il mio lavoro mi ha dato capacità di comprendere dinamiche e di sviluppare metodi di lavoro. Inoltre, ho un'idea di giustizia e di legalità che servirà anche per Napoli».

Cosa manca urgentemente alla città?

«Manca tutto. Napoli è una città in grande difficoltà, incapace di ricreare un modello organizzativo efficace, dalla sicurezza ai trasporti, dal verde al decoro urbano. Deve tornare ad essere una città normale, che possa essere attrattiva ed accogliente, come Napoli è naturalmente. Ma per far ciò ci vuole una guida forte e autorevole che possa sedersi a tutti i tavoli e rappresentare in maniera significativa la città».

Le tre doti che deve avere un sindaco.

«Autorevolezza, serenità di giudizio e polso duro».

E scommetto che lei ce l'ha tutte.

«Io sono l'unico che ce l'ha e non è un caso».

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