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Napolitano comunista e se ne vanta

Il compagno Napolitano e getta la maschera dà gli ordini al premier: "Il Pd è erede del riformismo cattolico, ma anche del Partito Comunista. Mi pare giusto tenerne conto"

Napolitano comunista e se ne vanta

Giorgio Napolitano, presidente emerito e attivo, parlando ieri a Bologna, ha detto che il Pd deve rimanere ancorato al suo dna, quello che mischia la tradizione del Partito comunista al riformismo cattolico, valori - ha detto - di «persistente attualità». La nostalgia del vecchio presidente per il Partito comunista non sorprende. Sia pur celata, è stata il filo conduttore del suo doppio, disastroso mandato al Quirinale, dove ha tramato usando tutti i mezzi, leciti e illeciti, per abbattere l'odiato Silvio Berlusconi e fermare il riformismo liberale.

Adesso Napolitano lo ammette: sono comunista e me ne vanto. Di più. Essere comunisti, ci spiega, è ancora di grande attualità. Detto così può sembrare lo sfogo senile di un nostalgico. È che purtroppo il pensiero di Napolitano è condiviso, nell'intimo e nel privato, da una larga parte dell'attuale gruppo dirigente del Pd e da una buona fetta dei suoi elettori. E questo è un problema che ci riguarda tutti, a partire dal premier Matteo Renzi che ha lasciato ampiamente incompiuta l'opera di pulizia del suo partito, la famosa rottamazione, dai fantasmi del passato. Il Pd è nella sostanza ancora un Partito comunista, momentaneamente occupato da quei «cattolici popolari» che l'ipocrita Napolitano dice essere «amici con lo stesso dna». Amici può darsi, ma non c'è dubbio che il dna sia profondamente diverso. Come magistralmente esemplificato da Giovannino Guareschi con don Camillo e Peppone, comunisti e cattolici hanno costruito l'Italia - fin dalla Resistenza - armati gli uni contro gli altri e sempre sull'orlo di una guerra civile. Altro che dna comune. I problemi del Paese sono iniziati proprio quando una parte della Dc, nel secondo dopoguerra, ha cominciato prima a guardare a sinistra e poi per convenienza a fare fronte comune coi comunisti contro il nemico Berlusconi.

Ne è nato un mostro storico, politico e culturale, oggi chiamato Pd, affidato a volte ai pretacchioni (Prodi, Franceschini), altre ai compagni (D'Alema, Veltroni, Bersani). Il cattocomunismo è stato ed è forse peggio del comunismo perché l'acqua santa fa da scudo e offre rifugio al diavolo. Il quale, come ci dice Napolitano, è sempre in agguato. E oggi ha nel mirino proprio Matteo Renzi.

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