Enrico Letta «battezza» l'ammucchiata buonista. Ecco il «modello Verona»: l'alleanza che va da Conte e Casalino, fino a Calenda. Uno schema che il segretario dei dem vorrebbe riproporre, tra un anno, a livello nazionale. Brividi. Si rivede l'unione di Romano Prodi. Si tira fuori, per ora, dall'armata Brancaleone Matteo Renzi. Al tavolo veronese non si siede Italia Viva. Ma c'è Azione di Carlo Calenda che capitola nella fatal Verona. Addio sogni riformisti: per Azione la strada porta all'abbraccio mortale con i grillini. Il frontman della corazzata buonista sarà Damiano Tommasi: l'ex calciatore di Roma e della Nazionale. Un campione di pacifismo e buonismo. Da presidente dell'associazione italiana calciatori (il sindacato dei calciatori) propose l'introduzione dello Ius soli sportivo. E poi si è distinto per le sue battaglie sull'accoglienza. Tommasi può considerarsi a tutti gli effetti il «padre spirituale» delle Sardine. Nel suo Pantheon ci sono Carola Rackete e Luca Casarini. Fu il primo calciatore italiano a emigrare in Cina. E ora, con la benedizione di Letta e Calenda, vorrebbe portare il modello Pechino ai veronesi. Un sindacalista di sinistra che diventa l'icona del nuovo centrosinistra. Ieri la prima uscita pubblica al fianco del leader del Pd Letta: «Sono molto ottimista e punto molto sul modello Verona anche a livello nazionale», spiega Letta. Eccolo il modello Verona: la candidatura di Tommasi è sostenuta da Pd, Azione, Più Europa, Partito socialista, Europa Verde, Demos e il Movimento 5 Stelle.
«Il modello Verona vuol dire una forte connotazione locale, alla quale credo tantissimo rincara Letta - candidatura civica e coalizione larga, che vuol dire per noi qualcosa di molto importante. Da sempre lavoro in questa logica, e questo lavoro di una coalizione larga e inclusiva trova a Verona, grazie al lavoro di Damiano, la caratteristica vincente. Al tavolo è presente una larga coalizione, che è quella che vogliamo fare. Unità e determinazione».
«Verona - ribadisce il capo del Pd - può essere un modello nazionale. Io punto molto sul progetto Verona, una coalizione larga, con un candidato civico, nuovo, innovativo nel modo di porsi che vuole lavorare attorno alla forza innovativa di questo nome, per dare alla coalizione finalmente quella dimensione nazionale che negli ultimi anni ha perso, per colpa di una politica che l'ha governata che si è persa in mille beghe domestiche». Sul no di Renzi, il leader Pd spera: «Manca Iv? Magari Damiano farà il miracolo». Un miracolo però si è già compiuto: l'asse Calenda-Conte. È la coppia inaspettata uscita dall'ammucchiata di Verona. Il leader di Azione voleva costruire il polo del Pil, il partito dei riformisti. Ed invece si ritroverà alleato dei sostenitori del reddito di cittadinanza. E dunque la strada verso le elezioni politiche sembra tracciata. Anche Calenda si accoderà a Di Maio e Conte in cambio di una decina di seggi. Si parte da Verona. Ma la meta è Roma. Il progetto di Letta è chiaro: mettere insieme un'alleanza sul modello unione di Prodi che vada da Speranza a Calenda.
Un'ammucchiata elettorale che poi difficilmente riuscirà a governare. Però Letta ci prova. Sul fronte opposto il sindaco uscente Federico Sboarina sarà sostenuto da Lega e Fdi. Si aspetta il via libera di Forza Italia per l'annuncio.
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