Elezioni Politiche 2018

Da Pd a PdR: nasce il partito dei radical chic

Il Pd è stato investito da un'ondata di burian elettorale: -11 in Emilia Romagna e tra -9% nelle altre Regione Rosse. Il partito si salva solo in alcune grandi città grazie al voto dei radical chic

Da Pd a PdR: nasce il partito dei radical chic

La grande sconfitta del Pd non ha precedenti. Fino a sabato era il primo partito della sinistra riformista in Italia e in Europa, oggi molti suoi elettori si chiedono come possa ritenersi l’erede del Pci di Enrico Berlinguer.

Pd(R), dal partito di Renzi al partito dei 'radical chic'

Fatti salvi alcuni capoluoghi di Regione e la Toscana, il confronto con le Politiche del 2013 mostra dei numeri impietosi. Solo a Bologna e Firenze, il Pd, riesce a vincere tutti i collegi. Nel capoluogo toscano, in Senato, nel collegio di Matteo Renzi ottiene il 37,4 ma cinque anni fa i dem presero 44,2%. A Milano, invece, anche se a vincere è stato il centrodestra, il Pd continua ad essere il primo partito con il 27% e nel centro storico riesce a vincere negli unici 4 collegi strappati al centrodestra in Lombardia. Nella Torino del sindaco grillino Chiara Appendino il Pd compie l’impresa di superare il Movimento Cinque Stelle confermandosi primo partito per soli due punti (26 a 24). A Roma, l’altra città a guida grillina, i dem si affermano solo nei due collegi del centro storico e del quartiere Parioli, a riprova del fatto che il Pd è sempre più il partito dei radical chic di sinistra. Da Roma in giù, infatti, prevale il monocolore giallo anche in città storicamente di sinistra come Napoli o Palermo. Agli occhi degli elettori del Sud il Pd non è apparso come quel partito capace di difendere gli ultimi, mentre gli operai del Nord votano, ormai, da anni per la Lega. Un dato che appare ancora più lampante guardando le percentuali perse nelle cinque (ex) ‘Regioni Rosse’.

Il crollo del Pd nelle Regioni Rosse

In Liguria, alla Camera, il centrosinistra è al terzo posto con il 24% e col 23% al Senato. Nel 2013 la coalizione di Bersani arrivò prima in Senato col 33% e seconda alla Camera col 31,1%. In cinque anni, invece, il Pd è calato di 8 punti a Palazzo Montecitorio (dal 27,7 al 19,7%) e di 9 punti a Palazzo Madama (dal 29 al 20%). A Genova, città medaglia d’oro per la Resistenza che fino allo scorso giugno è stata governata dalla sinistra, il Pd non vince neanche un collegio.

In Emilia Romagna, per la prima volta, il centrosinistra è arrivato secondo dietro al centrodestra, per soli 3 punti percentuali. Alla Camera e al Senato si è fermato al 30,5% con una perdita netta di 10 e 12 punti rispetto a cinque anni fa. Nel 2013, inoltre, il Pd era il primo partito della Regione con il 37% a Montecitorio e il 39% a Palazzo Madama. Ora, invece, ha ottenuto il 26% (-11%) per entrambi i rami del Parlamento è secondo dietro al M5S.

Nelle Marche il centrosinistra, con il 24%, si ferma in terza posizione sia alla Camera sia al Senato. Anche nel 2013 ci fu un risultato deludente ma soltanto alla Camera dove i Cinquestelle superarono di poco la coalizione bersaniana (32 a 31%), mentre al Senato il centrosinistra si impose sui grillini (33 a 30). Il Pd, a Palazzo Montecitorio, passa dal 27,7% al 18,7% (-9%) e dal 30 al 22% (-8%) a Palazzo Madama.

La Toscana, tra le ‘Regioni rosse’ è l’unica a tenere anche se di pochissimo. La distanza tra centrosinistra e centrodestra è di solo un punto e mezzo alla Camera (33,6 contro 32%) e di due punti al Senato (34,2 a 32,2%). Qui, cinque anni fa, la coalizione a guida Bersani ottenne rispettivamente il 41,5% e il 43,5% mentre il Pd prese il 37,5% per Palazzo Montecitorio e il 39,5%. Oggi i dem sono al 29,6% (-8 punti) nel primo ramo del Parlamento e al 30,5% (-9 punti) nel secondo.

Anche in Umbria il centrosinistra ne esce con le ossa rotte e ottiene una sconfitta che non ha precedenti. Tutta la coalizione renziana, alla Camera, raggiunge solo il 27,51%, dietro al centrodestra (36,8%) e al Movimento Cinque Stelle (27,52%), mentre al Senato è seconda davanti ai pentastellati (27,8 contro 27%). Una vera debacle se raffrontata con il risultato del 2013 quando il centrosinistra ottenne rispettivamente il 37,5 (-10%) e il 35,5% (-7).

Il Pd, invece, perde 7 punti a Montecitorio (dal 32% al 24,8%) e 9 a Palazzo Madama (34,5% al 25,5).

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