Guerra in Ucraina

La Nato si rassegna "Il peggio verrà". Esclusi no fly zone e truppe di terra

Stoltenberg condanna Mosca ma assicura: "Non saremo parte del conflitto. La nostra priorità è evitare che si estenda oltre l'Ucraina. Dobbiamo proteggere un miliardo di persone"

La Nato si rassegna "Il peggio verrà". Esclusi no fly zone e truppe di terra

Londra. Il peggio arriverà nei prossimi giorni. A dirlo ieri è stato il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla fine del vertice straordinario dei ministri degli Esteri di Bruxelles. Le sofferenze della popolazione ucraina per mano delle forze armate russe probabilmente peggioreranno nei prossimi giorni e c'è il rischio che la guerra si estenda anche altrove in Europa. Ricordando che si tratta della «peggior aggressione in Europa da decenni» con bombardamenti feroci su città, scuole, ospedali e attacchi alle centrali nucleari, Stoltenberg ha sottolineato quello che la Nato ha già fatto e quello che invece non intende fare. «Abbiamo rafforzato le nostre difese di terra, aria e mare. E gli Alleati del Nord America e dell'Europa hanno inviato altre migliaia di truppe nella parte Est dell'Alleanza. Per la prima volta stiamo schierando la forza di risposta della Nato con oltre 130 jet in massima allerta e più di 200 navi dall'alto Nord al Mediterraneo». E, rispondendo indirettamente all'appello lanciato nel corso della riunione dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba - che in un Twitter aveva chiesto aiuti concreti ed invitato la Nato a «non lasciare che Putin trasformi l'Ucraina nella Siria» - Stoltenberg ha precisato: «La nostra principale responsabilità è difendere e proteggere il miliardo di persone che vivono nei 30 Paesi alleati e lo stiamo facendo con la nostra presenza nella parte orientale dell'Alleanza. Ma non saremo parte del conflitto con la Russia in Ucraina.

Capiamo la disperazione degli ucraini, abbiamo attuato le più severe sanzioni e stiamo richiamando Putin a fermare la guerra senza richieste, ma dobbiamo anche prevenire un'escalation che vada al di là dell'Ucraina. L'ambizione del Cremlino è ricreare una sfera d'influenza e negare ad altri Paesi il diritto di scegliere la propria strada. Così abbiamo discusso anche della necessità di offrire sostegno ad altri partner che potrebbero risultare a rischio inclusa la Georgia, la Bosnia e la Moldavia perché potrebbero essere esposte a ulteriori interventi di sovversione e, potenzialmente anche ad attacchi da parte dell'esercito russo. L'aggressione della Russia ha stabilito una nuova normalità per la nostra sicurezza, in cui i principi fondamentali vengono contestati con l'uso della forza e stiamo affrontando la minaccia di un conflitto che può durare anni».
Esclusi comunque una no fly zone o l'invio di truppe di terra. «Della no fly zone si è parlato, ma gli alleati sono concordi nel non avere aerei Nato operativi nello spazio aereo ucraino - ha specificato senza lasciare dubbi interpretativi Il Segretario generale - né truppe di terra sul territorio ucraino. Se lo facessimo potrebbe finire con una guerra in Europa che coinvolgerebbe molti più Paesi causando ancora più sofferenze». Stoltenberg ha spiegato come il supporto Nato all'esercito ucraino sia stato cruciale in passato e come sia ora stato implementato. «Abbiamo fornito training ed equipaggiamenti sin dal 2014, l'esercito oggi è più forte ed è per questo che è capace di respingere l'attacco», ha detto, aggiungendo che i ministri «concordano sul fatto che la relazione di lungo periodo tra la Nato e la Russia è cambiata» e che «il conflitto attuale determinerà se a prevalere sarà la democrazia o l'autoritarismo». Un aiuto che non basta al presidente ucraino Zelensky, che al portale Kyiv Independent ha attaccato l'Europa: «Il rifiuto alla no fly zone dà luce verde a nuovi bombardamenti».


Sempre ieri intanto il Consiglio Atlantico ha deciso di rafforzare la collaborazione con Finlandia e Svezia, che d'ora in avanti saranno associati a tutte le consultazioni. Infine, secondo i servizi segreti internazionali russi citati da alcune agenzie di Mosca, la Polonia sarebbe stata utilizzata da settimane «per trasferire in Ucraina armi e combattenti terroristi stranieri, compresi alcuni del Medio Oriente».

Sempre secondo l'intelligence moscovita molti di loro sarebbero stati uccisi.

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