Guerra in Ucraina

Nato, il silenzio gialloverde sull'ingresso di Helsinki. Conte: "Armi, si deve rivotare"

Il Parlamento italiano voterà entro l’estate: favorevole Forza Italia. Giuseppi attacca, ma su Helsinki non farà scherzi

Nato, il silenzio gialloverde sull'ingresso di Helsinki. Conte: "Armi, si deve rivotare"

La richiesta di adesione della Finlandia (e della Svezia) alla Nato è un evento storico per l'Europa, ma avrà anche riverberi politici in Italia.

Nei prossimi mesi («Entro l'estate, perché si cercherà di accelerare il processo il più possibile», spiegano dal governo) il Parlamento dovrà votare (con tutti gli altri paesi dell'Alleanza) le leggi di ratifica dell'adesione, come succede ad ogni nuovo ingresso nella Nato. Il fronte putinian-pacifista ha già iniziato ad alzare le barricate: facendo subito eco alle minacce del Cremlino, i parlamentari ex grillini di Alternativa chiedono di «opporsi a questo allargamento» che «rischia di far crescere notevolmente le tensioni tra Russia e il resto dei Paesi dell'Alleanza Atlantica e dell'Unione europea, aumentando il rischio di una guerra totale», nientemeno. Intervengono anche personaggi della variopinta fauna delle «talking heads» filo-russe, come la signora De Cesare, nota per esser strenua competitor tv dell'ossigenato Orsini. Ieri tuonava contro «intempestiva annessione della Finlandia alla Nato» (confondendo la Finlandia con la Crimea e la Nato con la Russia) che sarebbe «un atto di guerra» al buon vecchio Putin.

È noto che la maggioranza parlamentare del governo Draghi è divisa sul sostegno all'Ucraina e attraversata da una robusta corrente assai più sensibile ai desiderata del Cremlino che a quelli delle sue vittime. Ma è possibile che si spacchi sulla Finlandia, come rischia di fare sugli aiuti all'Ucraina?

Difficile, dicono fonti parlamentari e di governo: «Neppure Conte può permettersi di fare una giravolta simile, e mettersi contro Nato e Ue criticando l'adesione dei nuovi Paesi». Ieri l'ex premier, ospite di un ennesimo teatrino tv, ha continuato a attaccare Zelenesky e l'invio di armi alla resistenza ucraina (almeno di quelle «letali», spiega, perché se fossero ad acqua non avrebbe da ridire), intimando a Draghi un «voto in Parlamento per chiarire la linea», mentre Enrico Letta gli ricordava che «il voto del Parlamento c'è già stato», e con il sì di 5S. Ma Conte si è sottratto a ogni commento sulla notizia del giorno, ossia la decisione finlandese. Troppo imbarazzante, evidentemente: una parola critica rischierebbe di creare una nuova rottura con Luigi Di Maio, allineato con Draghi e Nato .

E poi nel 2019 fu proprio il governo Conte a promuovere l'adesione del Montenegro alla Nato, votata all'unanimità dal Parlamento. Nel 2017, in verità, i 5S la pensavano all'opposto: «L'ingresso del Montenegro è solo l'ultimo inquietante passo verso una rottura con la Russia - diceva allora Manlio Di Stefano - una volta al governo, cambieremo le carte». Una volta al governo, Di Stefano e i suoi votavano compatti per il sì. «Faranno così anche ora», prevede un Pd, «non possono permettersi altro». I dem plaudono a Helsinki: «Ogni Paese deve poter decidere liberamente le alleanze e rafforzare le proprie difese», dice la responsabile Esteri Lia Quartapelle. Dal centrodestra arriva il via libera di Forza Italia all'ingresso della Finlandia. Bocche cucite, invece, nella Lega. Salvini, che condivide con Conte il sentiment «pacifista» (in salsa russofila), non apre bocca. «Ma non potrebbe mai esporsi apertamente contro la Nato, il partito non lo seguirebbe», dicono da quelle parti.

Intanto il leader ucraino Zelensky riconosce il «ruolo da protagonista dell'Italia» nel sostegno al suo Paese e si dice «molto grato a Mario Draghi» per l'applicazione delle sanzioni europee contro Mosca.

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