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Navalny sfida Putin: domenica in Russia

L'oppositore dello zar dopo l'avvelenamento in patria. Rischia l'arresto

Navalny sfida Putin: domenica in Russia

Aleksei Navalny torna in Russia. Torna domenica con un volo low-cost da Berlino, dove è stato curato e protetto per quasi cinque mesi dalle autorità tedesche. Neanche il velenosissimo novichok l'ha fermato, neanche le aperte minacce di incarcerarlo al suo arrivo a Mosca: il nemico politico numero uno di Vladimir Putin rientra in patria con un obiettivo chiaro quanto (apparentemente) velleitario, sfidarlo alle elezioni del prossimo settembre. E se non potrà farlo di persona perché impedito con i più vari pretesti, conta di ostacolare la marcia verso l'ennesima conferma di Putin al Cremlino offrendo sostegno a qualsiasi suo avversario, come ha già fatto con qualche successo in numerose elezioni locali.

Un mese dopo aver fornito le imbarazzanti prove del diretto coinvolgimento dei servizi segreti russi nel tentativo di assassinarlo, Navalny dimostra ancora una volta il suo coraggio. «Stanno facendo di tutto per spaventarmi ha detto ieri -, mancava solo che Putin facesse appendere un cartello gigante sul Cremlino con su scritto Per favore Aleksei, non tornare per nessun motivo. Ma ormai sono quasi guarito e domenica lascerò la Germania. Un grande Paese, dove però non avevo scelto io di venire: ero arrivato qui in coma perché avevano cercato di ammazzarmi». Navalny ha sempre indicato nel presidente russo il mandante del suo tentato omicidio. Le ricostruzioni dell'avvelenamento dello scorso 20 agosto rimandano ad agenti dei servizi segreti russi di cui egli ha fatto nomi e cognomi, oltre a ricordare ciò che è già noto dal tempo del fallito assassinio in Inghilterra di Sergei Skripal e di sua figlia Yulia, e cioè che l'agente nervino novichok è nella sola disponibilità dei vertici militari russi agli ordini diretti di Putin. Tornando in patria, si assume consapevolmente un rischio personale altissimo, quello di non uscire più di galera come Joshua Wong a Hong Kong, una condanna dopo l'altra.

«Arriverò a Mosca domenica con un volo della Pobeda ha annunciato -, chiedo ai miei sostenitori di venire ad accogliermi». È più probabile che ad accoglierlo ci sarà la polizia, se non domenica all'aeroporto bussando alla porta di casa sua nei prossimi giorni. «Putin è così arrabbiato che io sia sopravvissuto che ha ordinato ai servizi penitenziari di rivolgersi alla giustizia», ha detto Navalny all'emittente tedesca Deutsche Welle. Si tratta della richiesta, giunta da un tribunale moscovita, di convertire in pena effettiva una pena sospesa di tre anni e mezzo «per mancato rispetto degli obblighi imposti»: Navalny non si era presentato in tribunale lo scorso 30 dicembre, quando i giudici russi lo dichiararono guarito. I fatti risalgono al 2014, quando fu condannato per appropriazione indebita da una filiale dell'azienda francese di cosmetici Yves Rocher. Va notato che l'azienda negò di aver subito alcun danno, e che nel 2017 la Corte Europea dei diritti dell'uomo stabilì che Navalny non aveva avuto un giusto processo.

Difficile che lo ottenga stavolta: la sfida con Putin è riaperta, ma non sarà combattuta ad armi pari.

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