Tra cigolii, aggiustamenti, correzioni in corsa e pure qualche boicottaggio, alla fine il tanto discusso Patto del Nazareno è arrivato a compiere un anno. Era infatti il 18 gennaio del 2014 quando Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si incontravano nella sede del Pd per siglare l'intesa su riforme istituzionali e nuova legge elettorale. Una vita fa, basti pensare che a Palazzo Chigi c'era ancora Enrico Letta.
Festeggiato ieri il primo compleanno, però, l'accordo siglato da Renzi e Berlusconi in quel sabato di un anno fa va adesso incontro alla prova più dura. La sensazione, infatti, è che l'intesa o si allarga anche al Quirinale (arrivando a individuare più o meno di concerto il successore di Giorgio Napolitano) oppure difficilmente reggerà per le sole riforme istituzionali (in discussione alla Camera) o per l'Italicum (che si sta votando al Senato). Insomma, o tutto o niente.
Ed è in questo quadro che negli ultimi giorni le fronde interne a Pd e Forza Italia si sono messe al lavoro. L'obiettivo è boicottare il famigerato Patto, farlo saltare al più presto perché se davvero dovesse reggere alla prova del Colle allora sì che sarebbe difficile da insidiare. Ecco quindi gli affondi di Renato Brunetta, con l'account Twitter del gruppo Forza Italia alla Camera che ieri - con un paragone di certo un po' azzardato - rilanciava l'hashtag #JeSuisBrunetta, a sostegno della sua posizione anti-Nazareno nello scontro con Berlusconi. Ed ecco sul fronte Pd le bordate di Pippo Civati prima e Stefano Fassina poi, con la minoranza dem - ma Sel potrebbe unirsi - che starebbe seriamente pensando di votare per Sergio Cofferati nei primi tre scrutini per il Quirinale (quelli con la maggioranza qualificata). Per Renzi ovviamente sarebbe un vero e proprio schiaffo.
Uno scenario, questo, che pare inevitabilmente rinsaldare il Patto del Nazareno. Perché se non ha torto l'azzurro Osvaldo Napoli quando dice che «dalla vicenda quirinalizia si potrebbe riaprire la strada delle future alleanze» (per esempio se Forza Italia, Lega, Ncd e FdI fossero in grado di convergere su un candidato) è pur vero che sia Renzi che Berlusconi hanno bisogno di puntellarsi vicendevolmente.
E che i voti del corpaccione del Pd, di Forza Italia, dell'area centrista e di tutti coloro che non vogliono un'impasse che possa portare alle elezioni anticipate dovrebbero essere sufficienti ad eleggere il nuovo capo dello Stato alla quarta votazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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