
È sufficiente leggere i nomi dei relatori invitati dall'Europarlamento per discutere lo stato di diritto in Italia per comprendere la mancanza di imparzialità e obiettività di Bruxelles quando si parla del nostro Paese. Sigfrido Ranucci di Report, Francesco Cancellato di Fanpage, la portavoce del Movimento Identità Trans, il presidente di Famiglie Arcobaleno hanno illustrato le proprie posizioni alla Commissione per le Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni (Libe) dell'Eurocamera. A emergere è stata una visione a senso unico che ha trasmesso un'immagine dell'Italia non corrispondente al vero. D'altro canto la censura subita dai nomi indicati dall'Ecr (tra cui Tommaso Cerno, Jacopo Coghe, Manuela Biancospino) per provare a bilanciare i relatori non ha permesso di ascoltare opinioni differenti. Ciò che si è ascoltato nell'audizione è facilmente immaginabile con Sigfrido Ranucci che ha parlato di un clima opprimente nella Rai sostenendo che «non c'è mai stato un clima così pesante nella Rai da 35 anni» e il direttore di Fanpage Francesco Cancellato che ha affermato di essere stato spiato con l'utilizzo dello spyware Paragon sostenendo inoltre di attendere una risposta dal Copasir. Alla descrizione dell'Italia come una nazione in cui viene limitata la libertà di stampa e dove si spiano i giornalisti, non poteva mancare l'accusa di essere un paese in cui non si rispettano i diritti delle minoranze, dei migranti e dove è in pericolo l'indipendenza della magistratura a causa della riforma della giustizia.
Così Roberta Parigiani, portavoce del Movimento Identità Trans ha attaccato il Ministro per le Pari Opportunità Eugenia Roccella sostenendo che il tavolo tecnico del ministero «lavora nell'ombra» attraverso membri scelti perché «vicini al mondo cattolico e contro le persone trans». Parole a cui ha fatto eco Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, che ha invece attaccato la Garante per l'infanzia Marina Terragni accusata di avere «posizioni transfobiche» sostenendo che non fare leggi contro la comunità Lgbt «non significa non perseguitare». A dare manforte a queste dichiarazioni c'è stato l'europarlamentare del Pd Alessandro Zan secondo cui il governo alimenta un clima di odio e intolleranza e, dopo aver ricordato le aggressioni motivate da «omotransfobia» e «discorsi d'odio», ha affermato che «le istituzioni sono crudeli, il governo fa cose crudeli e deplorevoli». Come se non bastasse, l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Gaetano Pedullà ha parlato di «azioni del governo italiano inconciliabili con lo stato di diritto». A spiegare perfettamente a Il Giornale il modus operandi della sinistra è Nicola Procaccini, europarlamentare di Fratelli d'Italia e copresidente dell'Ecr, che ha partecipato all'audizione in quanto membro della Commissione Libe: «Non potendo sconfiggere l'avversario sul piano delle idee, si cerca di farne un mostro davanti all'opinione pubblica internazionale. Questa volta con l'aggravante che si demonizza una nazione intera, le sue istituzioni, le sue regole di convivenza civile. Ovviamente per poter dipingere un quadro simile non basta far parlare solo chi si schiera a sinistra, ma bisogna silenziare anche chi non è funzionale al racconto».
Oltre alla censura, il principale problema delle relazioni espresse alla Commissione Libe è stato confondere la legittima critica politica con un sentimento anti italiano emerso dalle parole dei relatori che, volendo attaccare il governo, finiscono per danneggiare l'Italia.