Ultim'ora
Sci: Sofia Goggia trionfa nel supergigante di Beaver Creek
Ultim'ora
Sci: Sofia Goggia trionfa nel supergigante di Beaver Creek

Ncd nel panico, vuol portare Fi in tribunale

RomaNcd sull'orlo di una crisi di nervi. Da giorni girano voci su una pattuglia di senatori alfaniani pronta a fare le valigie. L'obiettivo: creare un gruppo autonomo a palazzo Madama, satellite di Forza Italia, propedeutico al rientro alla casa madre. Si sono fatti anche i nomi dei presunti transfughi: Antonio Gentile, Piero Aiello, Giovanni Bilardi, Antonio D'Alì, Nico D'Ascola, Guido Viceconte, Michele Cassano. Tutti del Sud tanto che - s'è detto - potrebbero chiamarsi «Sudisti». Naturalmente, svelata l'ipotesi, sono partite le smentite ufficiali. Il più lesto a farlo è stato Antonio Gentile: «Non esiste nulla di tutto questo, è pura fantasia. Il Nuovo centrodestra è il mio partito e non mi muovo da qui. I miei rapporti con Alfano e Quagliariello sono ottimi». Questo in chiaro perché, lontano dai riflettori, raccontano che i rancori di Gentile nei confronti di Alfano non siano affatto sopiti. Gentile, infatti, fu costretto alle dimissioni da sottosegretario alle Infrastrutture perché indagato e Angelino - pressato da Renzi - lo scaricò senza troppi problemi.

E gli altri? Anche loro fanno quadrato, attaccando Forza Italia e minacciando di portare in Tribunale chiunque faccia illazioni sui loro movimenti: «In perfetto stile da “disinformazia” qualcuno ha pensato bene di occultare i guai del proprio partito spacciando ai giornali menzogne sul nostro conto - dicono in una nota Aiello, Bilardi, Cassano, D'Ascola (legatissimo a Quagliariello, ndr ), Gentile e Viceconte - E laddove bufale che ci riguardano dovessero riprendere a circolare, dalla prossima volta ci vedremmo costretti a intraprendere le vie legali per tutelare la nostra onorabilità e soprattutto la verità».

Insomma, nessuna diaspora. Eppure qualche elemento che dà forza all'ipotesi dell'esodo c'è. Per esempio, pare che nei giorni scorsi Maurizio Sacconi, capogruppo Ncd in Senato e relatore della delega sul mercato del lavoro, abbia avvisato il duo Poletti-Renzi: attenzione a non accontentare troppo la sinistra del Pd sull'articolo 18, altrimenti non teniamo più i nostri. Tattica per pesare di più o rischio reale? Di certo l'aut aut di Sacconi non è piaciuto ai vertici dell'Ncd, in profonda crisi esistenziale.

«Chi siamo ma soprattutto dove andiamo?» è il dilemma irrisolto che assilla gli alfaniani che si riuniranno martedì sera all'assemblea dei gruppi. Uno di loro in Transatlantico ammetteva nei giorni scorsi: «O moriamo da soli o ci suicidiamo nell'abbraccio con il Cavaliere». Tradotto: siamo chiusi in una tenaglia tra Renzi e Berlusconi. Analisi condivisa da tutti e anche dall'elettorato posto che gli ultimi sondaggi danno l'Ncd in picchiata al 2 virgola qualcosa per cento. Ma è sul come romperla che riemerge la spaccatura profonda tra gli alfaniani. Quagliariello, Lorenzin e Cicchitto temono molto di più Berlusconi e piuttosto che risentire odor di Arcore porterebbero l'Ncd a fare la costola destra del Pd. De Girolamo, Saltamartini e Lupi, invece, paventano maggiormente il rischio di essere asfaltati da Renzi e scomparire nell'inutilità.

A complicare tutto c'è il nodo sempre più ingarbugliato della Calabria, dove si vota a novembre. Si cerca una candidatura unitaria Fi-Ncd-Udc o no? Lì tra gli alfaniani c'è una faida storica: Scopelliti contro Gentile.

Il primo vuole rimanere ben saldo nel centrodestra, il secondo vorrebbe invece portare l'Ncd a sinistra per sostenere il candidato renziano, Pippo Callipo; e dar vita a una sorta di patto del Nazareno dell'Aspromonte cui non sarebbe estraneo neppure l'Udc. Peccato che Callipo non voglia né Gentile né Cesa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica