'Ndrangheta a San Siro, altri 7 arresti

Sono accusati di usura, estorsione e false fatture. I legami con il clan Bellocco

'Ndrangheta a San Siro, altri 7 arresti
00:00 00:00

Nuova tornata di arresti nell'inchiesta Doppia curva, che a Milano ha decapitato i direttivi dei gruppi ultrà interista e milanista. Ieri sono finiti in carcere cinque indagati e ai domiciliari altri due. In questo filone i pm Paolo Storari e Sara Ombra, che hanno affidato le indagini alla Squadra mobile e alla Guardia di finanza, si sono concentrati su una serie di casi di usura, estorsione e false fatture, alcuni con l'aggravante mafiosa per avere agevolato «la cosca» di 'ndrangheta della «famiglia Bellocco».

I pm hanno raccolto le dichiarazioni delle vittime e quelle dell'ex capo ultrà nerazzurro Andrea Beretta, ora collaboratore di giustizia. Secondo le indagini, le estorsioni erano a danno del gestore dei parcheggi del Meazza, che provava a garantirsi la «tranquillità ambientale», mentre i prestiti con tassi usurari finanziavano alcuni imprenditori. Con l'ordinanza del gip Domenico Santoro sono finiti in cella Francesco Intagliata, ultrà interista già arrestato nel maxi blitz di settembre, Filippo Monardo, Giuseppe Orecchio, Davide Scarfone e Domenico Sità e ai domiciliari Mauro Russo e Carmelo Montalto. Centrale è stata la figura di Antonio Bellocco, poi ucciso da Beretta. Attraverso di lui il clan Bellocco avrebbe prestato quasi 400mila euro a tassi fino al 400 per cento a un imprenditore comasco che si occupa di programmazione e trasmissioni tv.

Bellocco sarebbe sbarcato a Milano grazie a Marco Ferdico, anche lui nel direttivo della Nord e in carcere da settembre, che gli avrebbe procurato «alloggio e occupazione lavorativa fittizia». Avrebbe poi girato al clan i guadagni delle attività illecite, usati anche per il «mantenimento» dei detenuti della cosca e anche fatto sotterrare i contanti dentro bottiglie. Tra gli indagati anche il fratello, Berto Bellocco. Quest'ultimo, insieme a Sità, avrebbe tentato di costringere Beretta a «cedere ad esponenti della famiglia Bellocco» l'attività della società «cn69 Curva Nord» attiva nel merchandising.

Nelle carte dell'inchiesta si parla inoltre di un «rapporto intercorrente tra gli esponenti di spicco del direttivo della curva Nord», tra cui lo stesso Antonio Bellocco, «e la società interista». Emerge ad esempio che Bellocco si sarebbe speso affinché il vicepresidente dell'Inter Javier Zanetti (estraneo all'inchiesta) «fosse presente» a un appuntamento legato all'attività imprenditoriale di Davide Scarfone, secondo le indagini legato a Bellocco e finito in carcere. Per gli inquirenti, Bellocco aveva «concrete entrature» nella multinazionale QFort che produce infissi (estranea all'inchiesta), anche grazie al legame con Scarfone, amministratore unico di QFort Como srl e rappresentante legale di altre due società del gruppo. Il nome di Scarfone tra l'altro era già emerso nelle indagini per alcuni affari con società riconducibili all'ex capo della curva milanista Luca Lucci, in carcere, e alla sua socia, Marianna Tedesco. L'11 novembre 2023, come risulta dalle intercettazioni, Bellocco avrebbe detto a Scarfone che all'evento QFort da lui organizzato avrebbe partecipato Zanetti, grazie «all'opera di convincimento» di Beretta (che si è definito «amico» dell'ex capitano interista).

Il 17 novembre Zanetti avrebbe «effettivamente» preso parte all'appuntamento, su «espressa volontà di Bellocco» e per far fare una «bella figura» a Scarfone. Quest'ultimo si sarebbe pure vantato del fatto che Zanetti lo aveva elogiato «davanti a 400 persone».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica