"Necrofili, nazisti, euroimbecilli". La Russia attacca (ancora) l'Ue

Medvedev e Zakharova mettono nel mirino Bruxelles per aver chiesto di non escludere Kiev dal tavolo. Erano stati silenziati, ora il Cremlino li "schiera" di nuovo

"Necrofili, nazisti, euroimbecilli". La Russia attacca (ancora) l'Ue
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Tecnicamente contano poco o nulla. Ogni volta che la sparano grossa al punto da minare equilibri difficilmente raggiunti, dal Cremlino arrivano smentite e ridimensionamenti dei loro ruoli, riducendoli al silenzio. Eppure, quando c'è da attaccare qualcuno o da randellare qualcun altro, non mancano mai. Uno, è il mai moderato e spesso delirante vice presidente del consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev. L'altra, è la onnipresente portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, nota per le parole di fuoco e le sue provocazioni sparse. Colei, tra le altre cose, che accusò di russofobia il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Contano poco o nulla, ma il momento, evidentemente, richiedeva il loro intervento. L'Unione europea si schiera (ma guarda un po'...) contro la Russia e un possibile accordo di pace con gli Stati Uniti ma sulla pelle dell'Ucraina, ed eccoli, presenti entrambi. Puntuali e un po' previsti e prevedibili. Come al solito cattivi e incattiviti.

Guai al mondo che qualcuno metta in dubbio le intenzioni russe, notoriamente votate alla pace e al dialogo. E così lady Zakharova passa all'attacco e definisce "un altro volantino nazista" la nota dell'Ue che ha addirittura osato chiarire che qualsiasi accordo di pace non possa essere portato a termine senza l'Ucraina. "L'ufficio di Zelensky ha pubblicato una dichiarazione congiunta dei leader di alcuni Paesi dell'Ue e di Ursula von der Leyen, chiedendo un cessate il fuoco che non si otterrebbe interrompendo la fornitura di armi ai terroristi di Kiev - Spiega la sempre solerte funzionaria - È solo un altro volantino nazista che afferma che il successo nel raggiungimento della pace in Ucraina può essere ottenuto solo esercitando pressioni sulla Russia e sostenendo Kiev". Sia mai fare pressioni sul Paese invasore affinché desista dai suoi intenti bellicistici. A Zakharova non sta bene e, come suo solito, ecco arrivare frasi minacciose e al limite. "Le relazioni tra l'amministrazione presidenziale ucraina e la burocrazia di Bruxelles assomigliano già alla necrofilia, caratterizzata da una forte reciprocità tra le parti", scrive via social, utilizzando i soliti termini estremi ed estremisti per attaccare frontalmente Bruxelles oltre, come da prassi, Kiev.

L'ultima volta che aveva parlato, era intervenuto direttamente Putin per smentirlo e rimetterlo al suo posto e aveva causato la reazione stizzita del presidente americano Trump che a causa delle sue minacce atomiche aveva anche spostato due sottomarini nucleari vicino alla Russia. Poi silenzio, per qualche giorno, ma, evidentemente, il suo delirio ora torna nuovamente utile e Medvedev torna a parlare. Come sempre a suo modo. "I politici europei stanno cercando di ostacolare i tentativi statunitensi di contribuire a risolvere il conflitto in Ucraina, mentre Kiev è arrivata al punto di assoldare killer provenienti dai cartelli della droga latinoamericani per combattere", è il contributo dell'ex presidente ombra di Putin al dibattito, che tocca vette in qualche modo ancora più elevata quando definisce l'Unione europea "euroimbecilli" che "cercano di ostacolare i tentativi statunitensi di contribuire alla risoluzione del conflitto ucraino, il regime di Bandera (leader nazionalista ucraino del XX secolo utilizzato dalla propaganda russa quando vuole definire l'ucraina filo-nazista, ndr), in preda al panico, sta reclutando al fronte la feccia più vile dell'umanità. Ha raggiunto il livello degli assassini dei cartelli di Colombia e Messico, i cui nomi sono noti al mondo intero grazie a reportage e serie Tv sulla criminalità legata alla droga".

Deliri a parte, il copione scritto da Mosca è chiaro. Attaccare l'Unione europea e chiunque tenti di ostacolare i piani russi che, con una certa coerenza, rimangono gli stessi: prendersi quante più regioni possibili, ridurre l'Ucraina a uno stato fantoccio e farne, sostanzialmente, quello che vuole.

Nell'attesa che Trump decida se e quali paletti mettere ai piani di Mosca. Che intanto schiera i suoi migliori provocatori, maestri di mistificazione e propaganda. Che magari contano poco ma in certi momenti, possono comunque far comodo.

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