
E tra gli indagati spunta ancora il nome di Stefano Boeri (nella foto), l'archistar del Bosco Verticale. È la terza volta in due anni. Stavolta per lui non è stata chiesta alcuna custodia cautelare, ma sono scattate le perquisizioni da parte del Nucleo di polizia economico finanziaria. Le indagini, sfociate anche nel sequestro di tre cantieri e uno studentato, riguardano una serie di presunti abusi edilizi, tra cui la riqualificazione del Pirellino, intervento di cui è progettista.
L'architetto ed ex assessore è coinvolto in altri due procedimenti giudiziari a Milano, tutti legati all'urbanistica: è imputato per turbativa d'asta e false dichiarazioni per il caso della Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic). E per abuso edilizio sul progetto Bosconavigli.
Le indagini su Boeri vanno contestualizzate: si inseriscono in un filone più ampio di inchieste sull'urbanistica di Milano che, da circa due anni, la Procura ha messo nel mirino. Tanto da avviare 10 indagini e bloccare complessivamente 150 progetti di sviluppo.
Tra questi, appunto, la Beic, la biblioteca che dovrebbe aprire nel 2026. Oltre che per Boeri in questo caso la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per altre cinque persone, tra cui Cino Zucchi, docente al Politecnico di Milano. Lui e Boeri erano membri della commissione che, nel 2022, ha assegnato i lavori a una cordata "amica", a cui appartenevano alcuni loro allievi e partner professionali. Boeri e Zucchi erano stati accusati di turbativa d'asta (e conflitti di interesse) e sono stati puniti con misure interdittive: niente più commissioni per concorsi pubblici e niente più contratti con la pubblica amministrazione per un anno.
L'archistar inoltre a settembre andrà a giudizio per il progetto Bosconavigli, una sorta di mini Bosco Verticale con 90 appartamenti nel quartiere San Cristoforo a Milano. Le accuse? Lottizzazione abusiva, abuso edilizio, assenza del piano attuativo.