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Nella Stazione della scabbia arriva anche la malaria

Registrato il primo caso, continua l'emergenza sanitaria alla Centrale di Milano Centinaia di profughi per terra. E altri sono in arrivo. Ma iniziano gli sgomberi

MilanoTrenta casi di scabbia e un caso di malaria: il bilancio dell'emergenza sanitaria in Stazione Centrale ieri. Per arginare la diffusione, ma non solo, ieri notte sono cominciate le operazioni di sgombero dei mezzanini dove, solo nella notte tra giovedì e venerdì hanno dormito sui mezzanini oltre 400 persone di cui decine e decine di bambini, e ancora ne arriveranno. Questo quanto deciso dal Comitato per l'ordine e la sicurezza in Prefettura che, in collaborazione con la Croce rossa ha disposto l'allestimento di una mini tendopoli nel centro di accoglienza di Bresso e l'attivazione, da lunedì, del nuovo Cara di via Corelli a Milano.

I profughi, sono per la maggior parte di eritrei, come appunto il paziente malato di malaria ricoverato al reparto di infettivologia dell'ospedale Sacco. Il giovane - ha confermato il direttore del servizio Igiene pubblica dell'Asl Milano, Giorgio Ciconali - aveva già 40 di febbre ed è stato spedito d'urgenza al nosocomio. Attenzione: la malaria non è pericolosa per la salute pubblica, perché il contagio avviene solo con la specifica zanzara, diversa è la scabbia, molto meno grave per il paziente e facilmente curabile, ma molto infettiva. Basta il contatto cutaneo, lo scambio di vestiti o di letto, di oggetti personali, cosa che è ovviamente all'ordine del giorno in stazione, perché il contagio avvenga. Con i 30 casi di scabbia accertati da ieri mattina, salgono a 80 i casi complessivi da gennaio. Per curarla basta una doccia disinfettante e una pomata da applicare sulle zone da trattare.

Dopo mesi e mesi di appelli, da parte soprattutto dei medici che da gennaio prestano il loro servizio in stazione volontariamente, rimpalli di responsabilità e indifferenza, da ieri lavora a pieno regime l'ambulatorio mobile allestito dalla Croce Rossa in un container parcheggiato nella Galleria delle Carrozze. «Da oggi nell'ambulatorio mobile dovrebbe essere offerto un servizio pediatrico di almeno 2 ore, probabilmente nella fascia oraria 14-16 - spiega Maurizio Gussoni, commissario regionale CRI - mentre l'orario di apertura del presidio medico verrà prolungato fino alle 22». Attenzione, per vedere un punto fisso di pronto soccorso e soprattutto di ricovero per le centinaia di migranti che dormono sui mezzanini e nei giardini antistanti la Stazione bisognerà aspettare un paio di mesi, finché Grandi Stazioni non avrà ristrutturato i 600 metri quadrati abbandonati in via Sammartini. Sulla questione è intervenuto a gamba tesa l'assessore al Welfare del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino: «Sul perché i profughi continuino a rimanere nel Mezzanino della Stazione bisogna chiederlo a Fs e Grandi Stazioni, non a noi. Noi non possiamo requisire spazi altrui di cui non siamo proprietari». Esprime preoccupazione anche l'organizzazione internazionale Save the Children: «Abbiamo sollecitato le FS, le istituzioni regionali e comunali, a mettere a disposizione uno spazio decoroso e sicuro per le persone in transito nella Stazione Centrale di Milano, dove la situazione - nonostante gli sforzi messi in atto dal Comune e dai volontari - è assolutamente critica». «Nella notte tra mercoledì e giovedì sono stati trasferiti circa un centinaio di migranti dalla Stazione Centrale ai centri di accoglienza», la replica del direttore del servizio igiene dell'Asl di Milano Giorgio Ciconali. Il conteggio di mercoledì si era concluso in nottata a 575 profughi: 91 accolti nei centri; 260 sistemati in stazione per la notte e il resto nelle vicinanze.

Critica la politica, con il coordinatore lombardo di Forza Italia Mariastella Gelmini: «Non si può pensare che esclusivamente il volontariato e gli enti locali si debbano fare carico di questa emergenza». Rincara la dose il segretario federale della Lega Matteo Salvini: «Mi chiedo se sia normale che nel 2015 la stazione di Milano assomigli a Calcutta».

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