Nell'opposizione linee opposte: il Conte "pacifista" attacca l'Ue. Schlein se la prende con Trump

Pd e 5 Stelle d'accordo nel parlare di fallimento ma il "Campo largo" non ha una politica estera

Nell'opposizione linee opposte: il Conte "pacifista" attacca l'Ue. Schlein se la prende con Trump
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I commenti della sinistra sul vertice Trump-Putin diventano una maionese impazzita. Conte si schiera con Putin, Picierno con l'Europa, Calenda con Kiev, la segretaria dem Elly Schlein se la prende con Trump e rinfaccia al governo i toni "trionfalistici" sull'esito del vertice. Che, secondo la Schlein, sono "fuori luogo". Ognuno va per la propria strada. Chissà se fossero stati al governo, tutti insieme appassionatamente, quale sarebbe stata la posizione. Non c'è una linea comune. Il capo dei Cinque stelle è il più duro contro l'Europa: "Ora all'Europa del Riarmo - che non è stata costruttrice di canali di pace, soprattutto quando l'Ucraina era senza dubbio più forte ai tavoli - non resta che il ruolo da comprimario e augurarsi che lavorando duramente con pieno coordinamento diplomatico si imposti una pace giusta e ragionevole. È imbarazzante leggere nero su bianco l'esultanza di Meloni per spiragli per discutere di pace dopo la politica guerrafondaia e ostile a negoziati condotta da Chigi in questi anni" attacca l'ex premier che mette le mani avanti anche sull'ipotesi di una partecipazione europea al processo di ricostruzione dell'Ucraina: "La strategia scelta dall'Europa si è rivelata completamente fallimentare. Non basta certo una foto o una telefonata per ribaltare questo dato di realtà". Secondo il leader M5S "di una cosa saremo e siamo sicuramente protagonisti: i costi dei danni e della ricostruzione in Ucraina, i costi del folle riarmo, le ricadute dei costi del gas e dell'energia. Ovviamente gli oneri e i costi di questa strategia fallimentare non li pagano Meloni e soci, che per 3 anni hanno rifiutato sdegnati l'ipotesi negoziale continuando invece a puntare sull'escalation militare. Li pagano cittadini e imprese con costi dell'energia alle stelle, carovita, investimenti record in armi mentre si tagliava in altri settori, dalla sanità alla scuola".

Posizione opposta quella che invece arriva da Pina Picierno, (Pd) vicepresidente del Parlamento europeo: "Se l'Europa saprà parlare il linguaggio della reazione, questa crisi potrà diventare almeno un'occasione utile a svegliarla. Se invece continueremo a perdere tempo, e a non voler vedere quello che sta accadendo, sarà un altro passo verso la sconfitta del multilateralismo e al ritorno inevitabile della divisione del mondo per sfere di influenza, tra autocrati e dittatori che si riconoscono, si legittimano reciprocamente e parlano lo stesso linguaggio". Carlo Calenda di Azione parla di "scene di sottomissione adorante di Trump a Putin non hanno precedenti nella storia delle relazioni internazionali Usa. Ciò cui Trump è interessato è il business e lo show, ciò a cui Putin è interessato è ripristinare la sfera d'influenza sovietica".

Il bersaglio numero uno resta Trump. Anche Angelo Bonelli si scaglia contro il presidente Usa: "Il vertice in Alaska dimostra che la pace oggi è nelle mani di due autocrati come Trump e Putin, che lavorano al riarmo e non a fermare la guerra.

È un fatto che deve preoccupare tutti, perché mentre loro trattano sul futuro del mondo, l'Unione Europea resta senza un ruolo vero. L'Europa ha sbagliato a inseguire solo la logica militare, senza costruire una strategia diplomatica credibile". PaNa

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