"Colpa del software...": l'assurda difesa di Giarrusso

L'eurodeputato grillino nega di aver rimediato una gaffe al parlamento Europeo e offre la propria versione dei fatti: "Mi hanno tolto la linea, quindi non ho rinunciato al mio intervento". Ma le sue lacune sull'inglese restano

"Colpa del software...": l'assurda difesa di Giarrusso

"Un tale ribaltamento della realtà fa proprio schifo". Dino Giarrusso si difende, parla di "fake news totale" e rimanda ai mittenti l'accusa di aver rimediato una figuraccia al Parlamento Europeo. L'eurodeputato grillino ha preso la parola – stavolta, senza il bisogno di traduttori – per offrire la propria versione dei fatti rispetto al video del suo mancato intervento in Commissione Agricoltura a Bruxelles. Martedì scorso, l'esponente pentastellato aveva avuto problemi tecnici nel collegamento da remoto con l'euro-assemblea ed era incappato nella difficoltà di pronunciare il proprio intervento in lingua inglese. Dice. "Non riesco, mi spiace", si era giustificato, rimediando sfottò e derisioni per quella che sin da subito era apparsa una figura barbina.

Ora, però, il grillino non ci sta e in un'intervista a Repubblica nega di aver fatto una gaffe. Anzi, parla di "diritto di rappresentanza negato", accusa che tuttavia non lo assolve del tutto né lo solleva dalla scarsa conoscenza della lingua inglese. In particolare, Giarrusso ha spiegato di essersi allontanato eccezionalmente dalla commissione Agricoltura per assistere la moglie che stava poco bene e che gli aveva chiesto di rientrare a casa. "Sapevo che sarei potuto intervenire anche da remoto e allora decido di tornare e seguire il resto della seduta a distanza. Prima volta che provo a farlo da quando le aule del Parlamento hanno riaperto. Dopo oltre mezz'ora di riunione, mentre ascoltavo i miei colleghi, ricevo una telefonata da parte del segretariato che mi avvisa che essendo collegato con iPhone la telecamera non funzionerà", ha spiegato l'esponente M5S, che ha quel punto si era trovato impossibilitato a intervenire in video "a causa di un'incompatibilità fra la camera dell’iPhone e il software" utilizzato per le videoconferenze al Parlamento Ue. Piccola obiezione: possibile che l'eurodeputato, in carica dal 2019, non fosse proprio a conoscenza di quella incompatibilità tecnica?

Così, non potendo mostrare il proprio labiale, il pentastellato non ha potuto godere della traduzione simultanea. E qui si è consumato il dramma. "Avevo scritto come sempre un intervento che deve durare sessanta secondi precisi, in più c’erano termini tecnici, non era una chiacchierata tra amici (…) Mi hanno chiesto di farlo in inglese e ho provato a tradurre all’impronta, ma mi sono fermato subito perché ho capito che non sarei stato all’altezza, e ho quindi rivendicato il diritto di farlo nella mia lingua come previsto dal regolamento europeo", ha argomentato ancora Giarrusso. "Mi hanno tolto la linea, quindi non ho rinunciato come ha scritto qualcuno", ha inoltre precisato, aggiungendo di aver protestato per l'accaduto con il presidente della commissione Agricoltura, Norbert Lins, e il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.

La versione offerta da Giarrusso offre dunque un nuovo punto di vista su quanto avvenuto a Bruxelles, ma non toglie il fatto che un europarlamentare dovrebbe padroneggiare la lingua inglese senza tentennamenti. Se non altro, per comunicare con i colleghi di altre nazioni anche al di fuori dei contesti formali in cui è disponibile la traduzione simultanea. E l'esponente pentastellato, su questo aspetto, si è dimostrato quantomeno carente.

"Come in un manuale della fake news, un parlamentare che subisce la privazione di un diritto a causa di un problema dell’istituzione europea diventa invece un incompetente che ruba lo stipendio", ha infine lamentato Giarrusso, scosso per il trattamento che la rete – un tempo invocata dai grillini come luogo privilegiato di confronto – gli ha riservato.

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