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"Nessuna strategia oscura". E su Lamorgese scoppia la bagarre

Il ministro dell'Interno riferisce in Aula: "Ci sono state gravi criticità, non si ripetano più". Caos alla Camera tra urla e proteste di Fratelli d'Italia

"Nessuna strategia oscura". E su Lamorgese scoppia la bagarre

A distanza di 10 giorni Luciana Lamorgese riferisce in Aula sui gravi fatti accaduti a Roma il 9 ottobre scorso in occasione della manifestazione anti-green pass che si è svolta a Piazza del Popolo, seguita dal violento assalto alla sede della Cgil. Il ministro dell'Interno ha riconosciuto la presenza di "gravi criticità" che si augura "non si ripetano più", aggiugendo che "non si è riusciti a contenere tutti i propositi criminali". Ma ha respinto l'accusa di aver volutamente consentito gli scontri.

La titolare del Viminale ritiene che la lettura politica del mancato intervento dopo l'intervento di Giuliano Castellino dal palco di Piazza del Popolo "riecheggia stagioni drammatiche". Ha dunque smentito la tesi secondo cui si sarebbe trattato di un disegno accreditato e volutamente consentito: "Respingo fermamente questa lettura che non tiene conto della realtà dei fatti e insinua il dubbio che le forze di polizia si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche".

Parole che hanno scatenato l'ira di Fratelli d'Italia, che tra urla e proteste vivaci ha manifestato il proprio forte dissenso. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha invitato più volte i deputati meloniani a lasciar parlare la Lamorgese interrotta da brusii ripetuti; poi ha anche richiamato all'ordine Federico Mollicone e Andrea Delmastro.

La Lamorgese si difende

L'intervento del ministro dell'Interno si è basato anche sulla presenza numerica dei manifestanti in piazza. Per la protesta contro il green pass sono state impiegate 840 unità effettive, ritenuto un numero "adeguato alle stime previsionali". Inizialmente si era indicato in mille persone il numero orientativo dei partecipanti, ma successivamente le autorità "hanno ritenuto che l'affluenza effettiva si andasse invece ad attestare sulle 3-4 mila unità".

Il dialogo con Castellino

Inoltre ha sottolineato che le interlocuzioni con Giuliano Castellino "avevano lo scopo di guadagnare tempo per riorganizzare" gli assetti delle forze di polizia. Il 9 ottobre c'erano circa 200 appartenenti a Forza Nuova, "a conferma dell'acceso interesse da parte di questa formazione ad acquisire spazi di visibilità in grado di accrescerne il bacino di consenso". In piazza comunque erano presenti "gruppi sia della destra radicale che della sinistra antagonista, anarchici e anche semplici cittadini".

L'agente infiltrato?

Sul web è stato da subito denunciato un presunto doppio ruolo di un poliziotto in maglia grigia e mascherina, che prima è stato immortalato mentre toccava la camionetta della polizia assaltata dai manifestanti e poi mentre si accaniva su un partecipante alla protesta. Anche su questo la Lamorgese ha voluto fare chiarezza, specificando che quell'operatore "stava verificando la forza ondulatoria esercitata sul mezzo affinché non si ribaltasse". Quindi ha respinto "anche questo inquietante retroscena" sulla presenza di agenti infiltrati.

Lamorgese nella bufera

La Lamorgese è finita nella bufera politica, bersagliata soprattutto dalla Lega e da Fratelli d'Italia. Le ultimissime accuse sono incentrate sullo sgombero del porto di Trieste, con le forze dell'ordine che hanno usato anche gli idranti per disperdere la folla degli anti-green pass. Per il ministro dell'Interno ci sono state "moderazione e contenimento".

La scorsa settimana la Lamorgese aveva avuto un durissimo scontro con Giorgia Meloni, che l'ha accusata di non essere intervenuta per evitare i violenti scontri in piazza con gli agenti sfociati poi nell'assalto alla Cgil: "Lei è venuta a dirci che sapeva e non ha fatto nulla. Quanto successo sabato è stato volutamente permesso, lo avete consentito". Perciò Fratelli d'Italia continua a chiedere le dimissioni del ministro dell'Interno, e proprio in tal senso prosegue la raccolta firme per presentare una mozione di sfiducia nei suoi confronti. "Dimissioni, dimissioni", è stato il coro urlato dai deputati di FdI al termine dell'informativa della Lamorgese.

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