
Forte del sostegno di Donald Trump, che per la seconda volta in pochi giorni ha definito "follia" il processo penale nel quale è coinvolto il primo ministro israeliano e ha invitato Hamas e Israele a "fare l'accordo", Benjamin Netanyahu ha riunito nuovamente ieri sera i vertici della Difesa e durante una visita a una struttura dello Shin Bet ha parlato dell'apertura di "possibilità per il rilascio degli ostaggi". I familiari dei rapiti premono per la tregua, che in molti vedono possibile dopo il cessate il fuoco raggiunto con Teheran e grazie al pressing degli Stati Uniti. Ma a frenare gli entusiasmi, confermando le distanze fra i belligeranti, ieri è stata proprio Hamas, secondo cui "Netanyahu chiede condizioni impossibili". Lo scoglio riguarderebbe la durata del cessate il fuoco, che Israele vorrebbe temporanea e gli islamisti invece permanente. Ma di mezzo ci sarebbe anche il meccanismo degli aiuti umanitari, che Israele vuole lasciare in mano alla Ghf, la Gaza Humanitarian Foundation, mentre Hamas vorrebbe vedere tornare sotto il controllo dell'Onu.
In attesa di un'intesa, ieri era di 85 il bilancio dei morti delle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza a causa dei raid. Anche un soldato israeliano è rimasto ucciso nel Nord di Gaza da un ordigno esplosivo. Era il sergente Yisrael Natan Rosenfeld, di appena 20 anni.
Eppure Netanyahu può rallegrarsi di un risultato per cui lavora da giorni. Il Tribunale Distrettuale di Gerusalemme ha annunciato l'annullamento della testimonianza del primo ministro per i prossimi giorni nell'ambito del processo per frode e corruzione a suo carico, dopo che il premier è stato sentito a porte chiuse ieri. Netanyahu aveva chiesto che la sua testimonianza prevista per le prossime due settimane fosse rinviata a causa di problemi diplomatici e di sicurezza nazionale, dopo che due richieste di questo tipo erano state respinte venerdì. Anche il capo dell'intelligence militare delle Idf e il capo del Mossad, presenti all'udienza di ieri, hanno spiegato ai giudici la necessità di rinviare le udienze testimoniali. E a dare man forte al leader israeliano non è mancato Trump, che sul suo social Truth, dopo aver spinto per l'intesa, è tornato a chiedere l'annullamento del processo contro Bibi sottolineando che "in questo momento sta negoziando un accordo con Hamas, che includerà la restituzione degli ostaggi" e il processo interferisce nei negoziati con Hamas e con l'Iran.
Al contrario, i partiti di opposizione accusano Netanyahu di svendere la sicurezza nazionale per i propri interessi, collegando i suoi problemi legali alla questione degli ostaggi e agli accordi di normalizzazione regionali.