Roma - In principio fu Aldo Biscardi. Calciatori computerizzati davano vita alla «super moviola» del «Processo», per raddrizzare ex post i torti derivanti dalle decisioni arbitrali. Adesso che nel calcio la moviola si fa in campo, la Var si prepara a sbarcare anche nell'arena politica. In una sfida elettorale monocorde, dove mancano i confronti televisivi diretti tra i big, si è tornati ai comizi «per interposto mezzo di comunicazione», dice il direttore del tg La7, Enrico Mentana, «con le domande come principale strumento informativo. Rischiamo di arrivare all'ultimo giorno di campagna elettorale con la ventesima intervista ai leader».
«Var Condicio», la nuova trasmissione della rete di Urbano Cairo, passerà ai raggi X le affermazioni dei politici impegnati ad acchiappare voti. Il «moviolone» non farà sconti a nessuno, garantisce Mentana, fresco di polemiche con l'Agcom. L'Autorità garante delle comunicazioni, il mese scorso, ha accusato molti telegiornali, incluso quello de La7, di aver concesso troppo spazio ad alcune forze politiche a danno di altre. Anche nel fare le pulci ai partiti, «è ovvio che bisognerà rispettare la par condicio, per evitare le sanzioni», assicura il direttore.
«I big prediligono il format delle interviste, nessuno gradisce essere messo in discussione», dice ancora Mentana. Difficilmente i capi degli schieramenti accetteranno di confrontarsi davanti alle telecamere «e se lo faranno, imporranno lacci e laccioli», aggiunge il popolare anchorman. Da qui l'idea di scompaginare le carte, verificando le eventuali scorrettezze nelle promesse dei leader: «Ma magari un gol è regolare. Un'affermazione che sembra fuori luogo può essere azzeccata».
Al netto delle classiche promesse elettorali, la sfida tra i partiti si colora anche di un inedito furore «abolizionista». Secondo Mentana, garantire la cancellazione di una legge serve a mandare al pubblico «un messaggio chiaro. Questa cosa non piace? Ha provocato dei problemi? La togliamo. E questo vale soprattutto per chi è più attento all'area che viene definita, arbitrariamente o meno, populista». Non aiuta la nuova legge elettorale, che assegna i due terzi dei seggi con un sistema proporzionale. Con il maggioritario, «c'era un leader contro l'altro. Oggi, la scarsa propensione allo scontro spiega l'assenza di scontri veri nei collegi uninominali».
Non sarà Mentana a condurre la nuova trasmissione, che sarà affidata al giornalista Marco Fratini, coadiuvato da esperti sulle materie del giorno e da un «moviolista», che come nelle trasmissioni calcistiche mostrerà al pubblico
gli episodi da analizzare. Il direttore, per la gioia degli appassionati del genere, annuncia che la sera del 4 marzo andrà in onda una maratona tv di ben 20 ore, per seguire in diretta i risultati delle prossime Politiche.
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