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Lo dice pure il Garante: fuori i nomi dei "furbi"

In una nota di oggi il garante della privacy ha comunicato la propria posizione sullo scandalo bonus-parlamentari: "Sarà aperta una istruttoria"

Lo dice pure il Garante: fuori i nomi dei "furbi"

Non si placa la bufera che si è scatenata in seguito alla diffusione della notizia secondo la quale 5 parlamentari avrebbero fatto domanda per ottenere il bonus di 600 euro (poi divenuti 1000) previsto per aiutare i titolari di partita Iva, pesantemente danneggiati dalla crisi economica provocata dall'emergenza Covid.

Gli italiani sono indignati, ed il mondo della politica è in subbuglio. Da giorni, ormai, si attende di conoscere i nomi dei deputati ma, mentre alcuni consiglieri comunali hanno scelto di uscire allo scoperto e spiegare le motivazioni per le quali hanno deciso di ricorrere al bonus, dal Parlamento ancora nessuna notizia.

Fino ad ora si è pensato che i deputati potessero essere protetti dalla legge sulla privacy, ma ecco arrivare oggi la smentita proprio dallo stesso garante, il quale assicura che in questa vicenda non sarà possibile trincerarsi dietro la riservatezza. I nomi, a quanto pare, non resteranno segreti ancora a lungo.

"In relazione alla vicenda del bonus Covid, il Garante per la protezione dei dati personali precisa che, sulla base della normativa vigente, la privacy non è d'ostacolo alla pubblicità dei dati relativi ai beneficiari del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi, in particolare, una condizione di disagio economico-sociale dell'interessato", spiega infatti l'Autorità, come riportato da "Repubblica". "Ciò vale, a maggior ragione, rispetto a coloro per i quali, a causa della funzione pubblica svolta, le aspettative di riservatezza si affievoliscono, anche per effetto dei più incisivi obblighi di pubblicità della condizione patrimoniale cui sono soggetti (cfr., ad es., artt. 9 L. 441/1982 e 5 d.l. 149/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 13 del 2014)". Trascorsi ormai 3 giorni dallo scoppio dello scandalo, il garante, i cui componenti sono stati eletti solo pochi giorni fa (28 luglio), promette che sarà aperta un'istruttoria.

"Il Garante contestualmente comunica che sarà aperta una istruttoria in ordine alla metodologia seguita dall’Inps rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari e alle notizie al riguardo diffuse", si legge infatti nella dichiarazione pubblicata oggi.

I "furbetti", dunque, avrebbero le ore contate. In questa particolare circostanza, infatti, la trasparenza prevale sulla riservatezza, in quanto i cittadini hanno il diritto di essere ragguagliati sui fatti. Nessun dato sensibile, del resto, verrà pubblicato. Non si sta parlando di informazioni strettamente personali: verrà infatti reso noto il nome di chi ha fatto richiesta del bonus Iva. Lo stesso vale per tutti i rappresentanti locali della politica, come sindaci, consiglieri comunali o regionali, anche se la loro condizione non è certo equiparabile a quella dei parlamentari.

Anche l'Inps, ente che ha erogato il bonus, sarebbe tenuto alla trasparenza.

Intanto comincia a salire la tensione all'interno dei partiti, e spuntano i nomi dei primi sospettati.

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