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Caccia ai "furbi" del bonus: "Fuori i nomi dei deputati"

Cinque deputati ancora ignoti (per la legge sulla privacy) avrebbero incassato il bonus da 600 euro destinati alle partite Iva. L’ennesima giravolta della casta

Caccia ai "furbi" del bonus: "Fuori i nomi dei deputati"

Fuori i nomi. In questa domenica di agosto sale la febbre dei furbetti. Cinque deputati avrebbero chiesto e ottenuto il bonus per le partita Iva, una delle misure varate dal governo per fronteggiare la crisi dovuta all’emergenza coronavirus. La notizia è stata diffusa da Repubblica. Secondo il quotidiano diretto da Maurizio Molinari sarebbe stata l’Inps a scoprire il magheggio. La polemica politica c'ha messo poco a scoppiare. Piovono da ogni partito le richieste ai deputati di venire allo scoperto. Si chiede loro di restituire il maltolto e dimettersi.

Tra i primi a intervenire, Matteo Salvini: "Che un parlamentare chieda i 600 euro destinati alle partite Iva in difficoltà è una vergogna. Che un decreto del governo lo permetta è una vergogna. Che l’Inps (che non ha ancora pagato la cassa integrazione a migliaia di lavoratori) abbia dato quei soldi è una vergogna. In qualunque Paese al mondo, tutti costoro si dimetterebbero".

Netta la presa di posizione del presidente della Camera, Roberto Fico, appartenente al Movimento 5 Stelle. Quel partito che ha fatto della trasparenza, dell’onestà e della lotta alla casta il suo cavallo di battaglia: "È una vergogna che cinque parlamentari abbiano usufruito del bonus per le partite Iva. Questi deputati chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. È una questione di dignità e di opportunità. Perché, in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici. È necessario ricordarlo sempre".

La condanna, come dicevamo, è unanime. "È vergognoso. È davvero indecente", tuona Luigi Di Maio, che invita i cinque deputati a restituire quanto percepito e dimettersi. Di "vera vergogna" parla anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Per Licia Ronzulli di Forza Italia si tratta di uno scandalo. Quindi, l’esponente azzurra esorta "i deputati di cui parla l’Inps a chiedere scusa e, se li hanno presi, restituiscano immediatamente i soldi".

La segnalazione dei cinque deputati che avrebbero richiesto e percepito il bonus per le partita Iva è arrivata dalla direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps, struttura ad hoc voluta dal presidente Pasquale Tridico con l’obiettivo di individuare i truffatori. In base alla segnalazione, cinque parlamentari avrebbero incassato dall’Inps il bonus da 600 euro mensili (poi elevato a mille euro) introdotto dai decreti varati dal governo per sostenere autonomi e partite Iva, categorie gravemente colpite dalla crisi conseguente al lockdown.

C’è poi chi solleva anche la questione delle modalità con cui sono stati erogati gli aiuti. Il vicecapogruppo del Pd alla Camera, Michele Bordo, giudica inqualificabile quanto accaduto. "Questa vicenda dimostra che ha ragione il Pd quando afferma che sono sbagliati i contributi a pioggia senza nessun meccanismo di selezione. La fretta delle scelte nel pieno della pandemia ha purtroppo determinato diversi casi di ingiustizia sociale. Si sono verificati casi anche tra notai, dentisti, avvocati importanti, commercianti, aziende, lavoratori autonomi che hanno goduto di sostegno economico pur senza averne effettivamente bisogno. È necessario correggere quanto prima questa impostazione. Gli aiuti economici - conclude l’esponente dem - vanno dati a chi è veramente in difficoltà, non a tutti indistintamente".

Chiede chiarezza la viceministra dell’Economia, Laura Castelli, che sottolinea: "Quando abbiamo pensato a questi provvedimenti, li abbiamo scritti per aiutare chi davvero stava soffrendo, chi si era ritrovato di colpo in difficoltà, chi ne aveva bisogno davvero. Mi auguro si intervenga presto per capire chi ne ha fatto richiesta".

Giovanbattista Fazzolari (Fdi) attacca il governo: "Siamo governati da incompetenti che scrivono norme che consentono questi sprechi. Un governo di inetti continua a distribuire bonus a pioggia senza alcun buonsenso. Il bonus partite Iva non prevede limite di fatturato e neppure limite di reddito da altre fonti. E quindi sì, secondo la legge scritta dal Pd e dal M5s hanno diritto al bonus 600 euro pure i plurimilionari e i parlamentari.

Questo lo scandalo vero".

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