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"No" di Confindustria alla manovra-salasso. Ma Gualtieri fa muro

Gli industriali bocciano tutto l'impianto: «Le norme antievasione sono demagogia»

"No" di Confindustria alla manovra-salasso. Ma Gualtieri fa muro

Confindustria boccia radicalmente la politica economica del governo. Marcella Panucci, direttore generale di Viale dell'Astronomia, nel corso dell'audizione in commissione Finanze della Camera sul decreto fiscale, ha usato accenti molto severi sulle scelte dell'esecutivo sebbene rimandando la valutazione complessiva al combinato disposto con la legge di Bilancio. La confederazione guidata da Vincenzo Boccia, tuttavia, ha avanzato una serie di rilievi dai quali consegue che l'intero impianto serve solo a prelevare 5,4 miliardi di euro in più dai settori produttivi compromettendone la tenuta.

In particolare, il contrasto all'evasione, secondo Panucci, «necessita di strumenti vari e sofisticati». Non tenerne conto «rischia di generare soluzioni inutili, ispirate più da ragioni di gettito e dalla volontà di fornire risposte demagogiche, anziché dalla volontà di mettere in atto un contrasto reale e serio». L'inasprimento delle pene per gli omessi versamenti di Iva e ritenute è stato giudicato negativamente poiché «è arduo rintracciare dolo o intento fraudolento» in chi non versa dopo aver dichiarato in quanto la situazione «è più riconducibile a difficoltà finanziarie che a condotte criminali».

Analoghe rimostranze sono state mosse al «sequestro preventivo finalizzato alla confisca» sui presunti evasori in quanto avrebbe un «effetto dirompente» sulle imprese affievolendo l'onere della prova per la pubblica accusa. Anche l'aumento del prelievo su giochi e videolotterie è stato contestato. «I continui cambiamenti di norme, gli interventi a gamba tesa sulle norme penali, l'instabilità del quadro non solo non attraggono investimenti ma fanno scappare quelli che ci sono», ha concluso Panucci riferendosi al caso Ilva.

Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha successivamente frustrato le aspettative degli imprenditori. «Le misure di contrasto all'evasione «garantiscono entrate per 3,1 miliardi nel 2020 a cui si aggiungono 100 milioni nella legge di Bilancio. Siamo di fronte a una cifra realistica e io considero questa una stima prudente», ha dichiarato alla commissione Finanze. «La determinazione del governo a fare sul serio nel contrasto all'evasione», ha aggiunto il titolare del Tesoro, «è una condizione per la crescita e il welfare e se si non fa questo, l'Italia non potrà affrontare i suoi problemi strutturali».

Insomma, i saldi non si toccano perché l'equilibrio fragile sul quale si regge tutto l'impianto non può essere messo in discussione. Con buona pace di Italia Viva che continua a chidere il rinvio del taglio del cuneo per eliminare plastic e sugar tax.

Ecco perché il responsabile economico di Forza Italia, Renato Brunetta, ha concluso che i 5,4 miliardi di «aggravio per famiglie e imprese è identico a quello che ci sarebbe stato con la rimodulazione dell'Iva, il classico gioco delle tre carte per far credere agli italiani che le tasse non aumentano».

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