I vescovi italiani, il dicastero per i Laici e la Famiglia, monsignor Vincenzo Paglia. E infine, il Papa. «Custodire la vita» è l'appello lanciato da Francesco durante l'udienza generale del mercoledì, che chiude definitamente il discorso sul fine vita. «Essere cristiano è non solo ricevere la fede e confessare la fede ma custodire la vita, la vita propria, la vita degli altri, la vita della Chiesa», ha aggiunto il Papa in un intervento che non è di certo passato inosservato all'indomani della sentenza della Consulta sulla inammissibilità del referendum sull'eutanasia. Proprio la scorsa settimana, Bergoglio aveva invitato a non confondere «l'aiuto che la medicina si sta sforzando di dare» con le «cure palliative» con «derive inaccettabili che portano a uccidere». «Il suicidio medicalmente assistito e l'eutanasia non sono forme di solidarietà sociale né di carità cristiana e la loro promozione non costituisce una diffusione della cultura della cura sanitaria o della pietà umana», sottolinea in una nota il dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, guidato ad interim dal cardinale Michael Czerny. «La decisione della Corte costituzionale è una scelta a favore della vita e dei deboli. Ora tocca al Parlamento», ha aggiunto mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. E infatti, la palla passa ora proprio alla Camera. «Il cammino sulla legalizzazione non si ferma, proseguiremo su strade diverse, abbiamo altri strumenti a disposizione - annuncia con forza Marco Cappato -. Come con Welby e Dj Fabo. Andremo avanti con la disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina».
«Sarà una primavera di liberazione, se gli organi di informazione, a cominciare da quelli del servizio pubblico, non continueranno nella scellerata campagna di evitare dibattiti veri», affermano Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito Radicale. Proprio oggi pomeriggio, alla Camera, prosegue l'esame sul testo unificato sul fine vita. Si inizierà anche a votare gli emendamenti, oltre 200.
«Bisogna andare fino in fondo - ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico - perché il Parlamento ha il dovere morale e politico di approvare una legge che il Paese attende». Ma la spaccatura, ancora prima della votazione, è già evidente.
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