No Tav bastonò un agente. Ovadia choc: "Sii fiero"

La difesa di Moni Ovadia a Emilio Scalzo, 66enne attivista No Tav, fermato dopo un mandato di arresto europeo chiesto dalla Francia: è accusato di aver bastonato un gendarme

No Tav bastonò un agente. Ovadia choc: "Sii fiero"

Un principio banalmente garantista ci costringe a ritenere chiunque innocente fino a sentenza definitiva. Dunque, Emilio Scalzo, l’attivista No Tav e pro migranti arrestato lo scorso 15 settembre, lo tratteremo con gli stessi guanti bianchi con cui vorremmo venissero trattati tutti gli imputati. Ma una cosa è attendere il processo dello storico volto della Val di Susa, accusato di aver aggredito un gendarme francese durante un corteo. Un’altra è trasformarlo in un simbolo, in un santo, quasi nel Cristo crocifisso in croce.

Ieri sera Moni Ovadia, barba bianca d’ordinanza e camicia, si trovava in Val di Susa per ritirare il premio Bruno Carli lui assegnato dal Valsusa Filmfest agli esponenti di “realtà impegnate in difesa dei diritti e dell’ambiente”. Roba di ristrettissima osservanza progressista: lo stesso prestigiosissimo riconoscimento (si fa per dire) era stato riservato anche ai ragazzi di Friday For Future (per intenderci, i seguaci di Greta Thumberg) e al Comitato Giovani No Tav. Dicevamo, insomma, che ieri sera mentre presentava il suo ultimo libro, il “noto attore teatrale, drammaturgo, scrittore, compositore e cantante”, nonché “difensore dei diritti e delle libertà”, ha trovato ventitre secondi di tempo per inviare un suo sentito messaggio ad Emilio. Il No Tav avrebbe aggredito un agente? “Sii fiero di te”, gli dice Ovadia, perché “hanno sempre arrestato i giusti: uno 2mila anni lo hanno crocifisso. Sii fiero di te, molto fiero”.

Ora, tutto si può dire tranne che sia impossibile che un No Tav-no border abbia menato le mani con un gendarme. Voglio dire: ricordate a Milano contro Expo? Oppure gli assalti al cantiere di Chiomonte? O ancora i feriti tra le forze dell’ordine? Ecco: alla luce di questi ricorrenti fatti di cronaca, paragonare un No Tav a Cristo sembra davvero troppo. Giusto per dare un’idea degli stinchi di santo di cui stiamo parlando, basta far correre la memoria ad un paio di episodi. Più o meno gravi. Un annetto fa i No Tav riuscirono a cacciare gli agenti dal ristorante in cui stavano consumando il pasto facendoli indietreggiare lungo le viuzze di un paesino. I manifestanti accompagnarono la “grande ritirata” con grida di sostegno del tipo “dovete scappare bastardi”, “salite merde” e “andate fuori dal cazzo”. Senza dimenticare educatissimi epiteti del tipo “servi” e “coglioni”. In alternativa, basta farsi una ricerca su Google, rapida e indolore, per capire l'antifona: un mese fa due ore di attacchi e tre poliziotti feriti, sei blindati danneggiati e un mezzo dell'esercito distrutto: ad aprile un vicequestore ferito al petto da una pietra; mentre luglio del 2020 per bloccare la polizia qualcuno seminò dei chiodi lungo l’autostrada, rischiando la strage.

Ecco. Magari Emilio Scalzo sarà innocente. Però se la polizia francese lo accusa di aver picchiato un gendarme a bastonate, tanto da costringerlo a 45 giorni di prognosi (quarantacinque, mica spiccioli), magari un minimo di prudenza prima di glorificarlo la conserverei. I fatti risalgono al maggio scorso: gli antagonisti partirono da Claviere e sconfinarono in territorio francesce per una manifestazione contro le frontiere e a sostegno dei migranti, scatenando duri scontri con le divise di Macron. I carabinieri lo hanno arrestato a Bussoleno, notificando il mandato di cattura europeo e la richiesta di estradizione verrà discussa il 29 settembre.

Che poi Scalzo qualche guaio con la giustizia l’ha già avuto: lo scorso anno era stato messo ai domiciliari con l’accusa di aver violato il divieto di dimora a Chiomonte e Giaglione, divieti che gli erano stati imposti dopo altri scontri con la polizia del luglio 2019. Ma tanto Ovadia docet: se ammanettano un attivista “dei nostri”, non è mica colpa sua. Sono gli sbirri che arrestano sempre “i giusti”. Eggià

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