L'incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini dev'essere concordato tra mercoledì e venerdì prossimi, ma sul tavolo ci saranno le candidature unitarie per le elezioni regionali, il nodo Rai, non il partito unico del centrodestra.
Questione che, per Forza Italia, non esiste. Il vicepresidente e numero uno del parlamento europeo Antonio Tajani, ribadisce che «è la somma a fare il totale e l'offerta del centrodestra dev'essere diversificata, ognuno deve mantenere la sua identità». È quello che spiega a TgCom24 anche Mariastella Gelmini, capogruppo alla Camera: «Il partito unico rievoca un nome bulgaro dal sapore antico e francamente non ci interessa: lo riteniamo inutile. Pensiamo che il centrodestra sia un'esperienza plurale, a più voci: della Lega, di FdI e di Fi. Il che permette agli italiani di poter scegliere». Parla di «una dinamica nuova», ora che i partiti di Berlusconi e della Meloni sono all'opposizione e il Carroccio è al governo con il M5S. «Toccherà a Salvini illustrare al presidente Berlusconi e ai leader della coalizione quale sarà la sua posizione, spiegare se questa esperienza di governo è temporanea oppure preluda ad una maggioranza destinata a durare. Noi crediamo nel centrodestra e nelle esperienze di governo, come in Lombardia, Veneto, Liguria, Sicilia, Friuli, Molise, nei comuni dove governiamo con tutto il centrodestra unito che è garanzia di buona politica e di buona amministrazione. Pensiamo che si debba ripartire da lì».
Gli azzurri ci tengono a respingere l'immagine di un partito in liquidazione, che subisce una grande fuga verso il Carroccio. Ieri nel municipio di Avezzano è stato ufficializzato il passaggio dall'opposizione al gruppo di Fi del consigliere comunale Ferdinando Boccia, di una lista civica che era vicina al centrosinistra e per 5 anni vicesindaco della città, ora nella maggioranza guidata dal primo cittadino Gabriele De Angelis. Tra breve saranno annunciate nuove adesioni, di sindaci e amministratori locali. L'Abruzzo è con la Basilicata tra le prime regioni che andrà al voto tra novembre e dicembre e lo strappo della Lega, che i primi di agosto aveva annunciato di voler correre da sola, sembra superato. I rapporti tra esponenti locali azzurri e leghisti sono più distesi e la prossima settimana dovrebbe esserci un incontro informale tra il coordinatore regionale di Fi, Nazario Pagano, e quello del Carroccio, Giuseppe Bellachioma. Ma certo sarà il vicepremier Salvini a dover chiarire a livello nazionale la posizione del partito rispetto al voto regionale. E, se la coalizione rimarrà in piedi, nell'incontro con Berlusconi e Tajani si dovranno concordare i candidati unitari anche per le altre regioni, dal Piemonte alla Sardegna, al Trentino Alto Adige.
«Piuttosto che discutere di formule e di nomi di partiti, chi vuole il bene del Paese dovrebbe promuovere un dibattito sui contenuti. Quel che serve è un partito unico della crescita», spiega Mara Carfagna, vicepresidente della Camera.
Fi aspetta al varco il governo gialloverde per la sfida del bilancio in autunno, organizza la stagione dei congressi e si prepara alle europee. «Sta funzionando la linea di Berlusconi e Tajani, i sondaggi danno il nostro movimento al 12 per cento, in graduale crescita. L'obiettivo del 20 per cento non è irrealistico», dice l'azzurro Francesco Maria Giro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.