Roma - Ieri era in Sicilia, fra qualche giorno sarà in Veneto. Stefano Parisi continua a girare il Paese con il suo «Energia per l'Italia» con l'obiettivo di dar vita ad un movimento politico d'ispirazione liberal-popolare, un soggetto che sia una comunità aperta ed inclusiva verso tutta quell'area di centro e di centrodestra che non si riconosce nel progetto «sovranista» di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Al punto che nonostante il dibattito sulla legge elettorale sia ancora all'inizio, Parisi su una cosa non ha dubbi: «Se alla fine ci sarà una listone comune con dentro Forza Italia, Lega e Fdi noi non ne faremo parte perché non è possibile tenere insieme forza politiche così disomogenee». L'ex candidato sindaco di Milano, insomma, spinge verso il centro con l'obiettivo di federare le diverse forze dell'area moderata. Il tutto, a differenza di Salvini e della Meloni, senza mettere in discussione la permanenza dell'Italia in Europa, nonostante il braccio di ferro in corso sui conti pubblici.
Cosa pensa dello scontro in corso tra il governo e Bruxelles?
«L'Italia purtroppo sta pagando le scelte irresponsabili del governo Renzi che ha buttato al vento 26 miliardi di flessibilità che in questi due anni gli sono stati concessi dall'Europa con tassi bassi grazie all'azione della Bce. Denaro utilizzato per finanziare inutili bonus che hanno drogato la nostra economia e aumentato il deficit».
Secondo lei il rischio commissariamento è concreto?
«È altissimo. Per colpa di scelte spregiudicate l'Italia rischia di perdere la sua sovranità. È anche per questo che oggi è sbagliato insistere per le elezioni subito. Ora il governo deve riparare i danni fatti da Renzi e il Parlamento approvare una nuova legge elettorale che garantisca governabilità e rappresentatività. E quindi senza capilista bloccati, perché calare dall'alto i candidati non fa che allontanare la politica dal territorio e i cittadini dalla politica».
Crede che in questo quadro il governo possa decidere di introdurre nuove tasse?
«Il rischio è elevato. Per scongiurare l'aumento dell'Iva e di qualche altra tassa sulla casa il governo deve affrontare l'emergenza con misure strutturali: tagli drastici alla spesa, vendita di beni pubblici, avvio di un programma di semplificazione burocratica. L'importante è che Gentiloni non si faccia prendere dalla smania elettorale del Pd e dei Cinque stelle. Ha un anno di tempo».
Se dovesse dare un consiglio non richiesto a Gentiloni sull'atteggiamento da tenere in Europa quale sarebbe?
«Deve recuperare la credibilità perduta. Spiegare che la guida del governo non sarà più ondivaga, che l'Italia metterà i conti a posto e farà una legge elettorale che garantisca la stabilità. Questo è l'unico modo per rendere credibile la nostra richiesta all'Europa di un'azione comune per stabilizzare la Libia e controllare l'immigrazione. Senza l'Europa non siamo in grado di porre un limite a questo fenomeno».
Che idea si è fatto di quanto sta accadendo a Roma con la Raggi?
«Penso che la politica si debba
confrontare con i Cinque stelle sulla qualità del loro governo e che sia sbagliato usare la magistratura per colpirli. Se vogliamo davvero sconfiggerli allora giudichiamoli per come stanno governando, a partire da Roma».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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