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"Da noi scelgono di tenere i bebè anche se abusate"

Margherita Moioli è referente del Saga, Servizio di accompagnamento della genitorialità in adolescenza dell'Unità di neuropsichiatria infantile dell'Asst Santi Paolo e Carlo

"Da noi scelgono di tenere i bebè anche se abusate"
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Margherita Moioli è referente del Saga, Servizio di accompagnamento della genitorialità in adolescenza dell'Unità di neuropsichiatria infantile dell'Asst Santi Paolo e Carlo in collaborazione con la direzione scientifica dell'Università Bicocca. In questo centro si accolgono le ragazzine che vanno «controcorrente»: non vogliono disfarsi della gravidanza e scelgono di far nascere il proprio bambino, tra mille difficoltà. «La prima ragazza che abbiamo accolto adesso ha 32 anni e suo figlio 16 anni racconta l'esperta anche se abbiamo avuto in carico anche una bambina di 11 anni, così come alcune 21enni perché la genitorialità a rischio si estende anche oltre la maggiore età».

C'è un profilo della baby mamma?

«Ha un'età media tra i 15 ai 17anni, con alle spalle esperienze traumatiche, anche di abusi sessuali. Quasi la metà di loro presenta sintomi depressivi, e tre su 10 sono seguite dai servizi sociali. Il figlio nasce spesso da coppie miste. E quasi tutte ragazze ammettono di aver cercato il bambino».

I motivi di questa scelta?

«Il bambino attiva nuove prospettive, modifica uno stile di vita che rifiutano. Purtroppo nella realtà è complicato trovare la mediazione tra le necessità dei genitori ancora adolescenti e i bisogni di neonato».

Le baby mamme, in effetti, non hanno una prospettiva di vita rosea.

«Sette su dieci fanno parte dei neet, non vanno a scuola e non hanno un lavoro. Solo il 5% ha un'occupazione. La coppia non regge quasi mai oltre il primo anno di età del bambino, si separa presto e la ragazza vive nella casa dei genitori che mantengono lei e il nuovo arrivato».

Le storie sono in crescita.

«Prima seguivamo 20 casi all'anno, ora sono saliti a 70. Durante il Covid sono aumentate le gravidanze tra le più piccole di 13-15 anni. Nei primi sei mesi del 2023 i casi sono già 50 ma entro fine anno raddoppieranno».

La storia più delicata?

«Una ragazzina di 13 anni peruviana, abusata, che ora abita in una comunità, ha 17 anni e vive con la sua bimba».

Una a lieto fine?

«Una liceale, 17 anni rimasta incinta di compagno di classe, figlio di un noto

imprenditore milanese. Il bimbo è nato e vive con i genitori di lei che l'hanno molto sostenuta in questa difficile scelta. Il ragazzo ha invece rinunciato ad essere padre. Ora entrambe i ragazzi frequentano l'università».

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