Nomina Ue con vista Colle: nella rosa spunta Frattini

Il Carroccio tentenna su Giorgetti, nel toto-commissari entra l'ex ministro. E si prepara il dopo Mattarella

Nomina Ue con vista Colle: nella rosa spunta Frattini

Il dossier sulla nomina del commissario europeo italiano sarà chiuso ad agosto. Il premier Giuseppe Conte, nell'intervista rilasciata ieri a La Stampa, fa slittare a fine estate i tempi per la scelta dell'uomo che andrà nella Commissione europea. L'indicazione spetta alla Lega. Ieri, il ministro dell'Interno Matteo Salvini, leader de Carroccio, ha fissato un identikit del futuro commissario europeo: «Sicuramente un politico». Sbarrando, però, la porta al ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio, nome circolato nelle ultime settimane: «Fa bene il ministro». La vera scelta è un'altra. Ed è ristretta tra due opzioni: Salvini deve decidere se mandare a Bruxelles un nome di alto profilo, spendibile poi nel 2022 anche per la partita del Quirinale, oppure puntare su una seconda fila leghista, aumentando così la distanza con l'Europa. E la frenata di Salvini sul nome di Giorgetti pare sia legata proprio all'idea di scegliere un commissario di basso profilo. Che non abbia poi troppe pretese. Un nome telecomandato da Roma: una soluzione che farebbe salire le quotazioni del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana. Nel primo scenario, nel caso in cui dovesse prevalere una scelta di alto profilo, la nomina del commissario europeo italiano aprirebbe una seconda partita: l'elezione del presidente della Repubblica nel 2022. Perché il politico che il governo italiano, in questo caso la Lega, spedirà nella commissione europea potrebbe, nei prossimi tre anni, rafforzare la propria credibilità internazionale al punto da spenderla per il Colle. È chiaro, se l'esecutivo Conte andrà avanti, la maggioranza Lega-Cinque stelle sarà chiamata ad eleggere il futuro Presidente della Repubblica. Partita che è strettamente collegata a quella del commissario Ue. In quest'ultimo caso, i nomi che darebbero ampie garanzie all'Italia (ma anche alla Lega) sono due: Giancarlo Giorgetti e Franco Frattini. Al netto di scontri e malumori delle ultime settimane, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio resta una certezza per Salvini e per i nuovi leghisti. Giorgetti potrebbe sedersi sulla poltrona di commissario nei prossimi tre anni. E poi rientrare in Italia nel 2022. Quando si eleggerà il successore del presidente Sergio Mattarella. Anche l'ex ministro degli Esteri Franco Frattini ha svolto nell'ultimo anno un lavoro di accreditamento negli ambienti leghisti e grillini. E il nome di Frattini è spendibile sia per la partita in Europa che per il Quirinale nel 2022. Bocciata l'ipotesi Giulio Tremonti: l'ex ministro dell'Economia appartiene alla vecchia Lega. Quella che Salvini ha rottamato. Per il Quirinale sembra tramontata anche l'idea Paolo Savona: l'ex ministro per gli Affari europei, oggi al vertice di Consob, non è più un nome spendibile in casa leghista. Per la corsa al Colle c'è, infine, un nome che potrebbe sparigliare le carte: Mario Draghi.

Il presidente uscente della Banca centrale europea negli ultimi mesi ha teso più volte la mano al governo gialloverde, offrendo un scudo, nelle fasi critiche, ai conti italiani. Maturando, così, un credito da spendere, magari, nel 2022.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica