"Non abbiamo ascoltato l'urlo dei minori abusati"

Autocritica negli atti per il sinodo dei vescovi. Ma le donne restano escluse dal diritto al voto

"Non abbiamo ascoltato l'urlo dei minori abusati"

La chiesa universale affronti il tema della mancanza di fede e della corruzione al suo interno, e continui a combattere la piaga della pedofilia, per la quale la stessa chiesa «non chiederà mai abbastanza perdono».

A meno di un mese dall'avvio dei lavori del sinodo dei vescovi, voluto da Papa Francesco e in programma a ottobre (durerà due anni), esce il documento preparatorio dell'imminente appuntamento in Vaticano. «Non possiamo nasconderci - si legge nel testo - che la Chiesa stessa deve affrontare la mancanza di fede e la corruzione anche al suo interno. In particolare non possiamo dimenticare la sofferenza vissuta da minori e persone vulnerabili a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza commessi da un numero notevole di chierici e persone consacrate».

Un vero e proprio mea-culpa quello pronunciato dai vescovi. «Per troppo tempo quello delle vittime è stato un grido che la Chiesa non ha saputo ascoltare a sufficienza. Si tratta di ferite profonde - si legge nel documento - che difficilmente si rimarginano, per le quali non si chiederà mai abbastanza perdono e che costituiscono ostacoli, talvolta imponenti, a procedere nella direzione del camminare insieme».

Da qui l'invito. «La Chiesa tutta è chiamata a fare i conti con il peso di una cultura impregnata di clericalismo, che eredita dalla sua storia, e di forme di esercizio dell'autorità su cui si innestano i diversi tipi di abuso (di potere, economici, di coscienza, sessuali)». Il documento giudica «motivo di grande speranza che non poche Chiese abbiano già avviato incontri e processi di consultazione del Popolo di Dio, più o meno strutturati». «Dove sono stati improntati a uno stile sinodale, il senso di Chiesa è rifiorito e la partecipazione di tutti ha dato nuovo slancio alla vita ecclesiale. Trovano altresì conferma - si legge nel testo diffuso dal Vaticano - il desiderio di protagonismo all'interno della Chiesa da parte dei giovani, e la richiesta di una maggiore valorizzazione delle donne e di spazi di partecipazione alla missione della Chiesa, già segnalati dalle Assemblee sinodali del 2018 e del 2019. In questa linea vanno anche la recente istituzione del ministero laicale del catechista e l'apertura alle donne dell'accesso a quelli del lettorato e dell'accolitato». Ma se da una parte l'invito è all'ascolto e al dialogo con tutti, senza «pregiudizi» né esclusioni, resta il nodo del voto delle donne.

Non avranno diritto di voto, nonostante le richieste di diverse associazioni di attiviste nella Chiesa, a partire da quelle in Germania. «Questa attenzione al voto - ha detto in conferenza stampa il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi - non mi lascia sereno perché non è il voto che conta ma se il Sinodo è un processo che coinvolge tutto il popolo di Dio, tutto il popolo di Dio deve convergere in un consenso, conversare, discernere insieme per arrivare, possibilmente, a questa armonia. Magari un giorno arriviamo ad una soluzione e possiamo fare a meno del voto».

Ieri è stato inoltre diffuso uno storico

appello congiunto in vista della Cop26. «Qualunque sia la fede o la visione del mondo, ascoltiamo il grido della terra», hanno scritto il Papa, il Patriarca ecumenico Bartolomeo e l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby.

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