Giuseppe Conte fa arrabbiare tutti. La sua sparata del “dialogo serrato" da intevolare coi talebani ha infastidito molto i Cinquestelle, soprattutto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che è dovuto intervenire in prima persona per 'sbugiardare' il neo leader del M5S.
Tra i parlamentari pentastellati, come fa notare Tpi, nessuno è voluto intervenire a sostegno delle parole di Conte e tantomeno c'è stato qualcuno che lo abbia criticato apertamente. Tutti si sono chiusi in un "imbarazzatissimo silenzio", persino i più fedeli dell'ex premier. Parlare di clima "distensivo" del nuovo regime talebano “sarebbe come cercare di convincere Dracula a non bere più sangue”, dichiara a Tpi.it un membro della maggioranza di governo.
Le parole di Conte, però, oltre a creare imbarazzo tra le forze di maggioranza, hanno avuto l'effetto di indispettire non poco il premier Mario Draghi che avrebbe detto: “Su questioni di questo tipo non sono ammesse distinzioni di sorta, la maggioranza deve essere unita”. Ma non solo. L'inquilino di Palazzo Chigi avrebbe sollecitato il suo ministro degli Esteri a prendere una posizione netta e chiara sul tema. “È importante agire in maniera coordinata nei confronti dei talebani. Dobbiamo giudicarli dalle loro azioni, non dalle loro parole", ha dichiarato ieri Di Maio che, poi, ha aggiunto:"Abbiamo a disposizione qualche leva, sia pur limitata, su di loro come l’isolamento dalla comunità internazionale e la prosecuzione dell’assistenza allo sviluppo fornita finora". Il responsabile della Farnesina ha, infine, chiosato:"Dobbiamo mantenere una posizione ferma sul rispetto dei diritti umani e delle libertà, e trasmettere messaggi chiari tutti insieme”. Insomma, alla sua prima vera uscita pubblica da leader del M5S, Conte è riuscito a far irritare Draghi e a farsi smentire da un esponente autorevole di quel Movimento che si appresta a guidare.
Sembra essere passato un secolo eppure la diatriba tra Conte e Grillo su chi dovesse dettare la linea politica risale a pochissimi mesi fa. Sulla carta il round è stato vinto dall'ex premier, ma la realtà dei fatti dimostra che le parole di Conte valgono ben poco.
In serata, infatti, Conte è stato costretto a fare una sorta di rettifica e, via social, ha precisato che : "è assolutamente necessario che tutta la comunità internazionale esprima una compatta pressione (ho inteso questo, quando nell’ambito di un più articolato ragionamento politico, ho parlato di “serrato dialogo”) sui talebani affinché siano costretti ad accettare condizioni e garanzie per il riconoscimento e la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali della popolazione".
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