"Non posso lasciare Sartre, anche se ti desidero tanto"

Simone de Beauvoir scrive al suo amante americano Nelson Algren

"Non posso lasciare Sartre, anche se ti desidero tanto"

Simone de Beauvoir nasce a Parigi il 9 gennaio 1908 da una famiglia benestante. Riceve un'educazione molto rigida, la madre è molto cattolica. Trascorre un'infanzia serena accanto alla sorella Hélène, nonostante la situazione economica difficile che colpisce la famiglia. All'età di 10 anni inizia ad appassionarsi alla scrittura e si affeziona molto a una sua amica d'infanzia, Elizabeth Mabille che muore in modo tragico; Questo lutto la segna profondamente. Si dedica totalmente allo studio, mostrando un grande interesse per la letteratura classica francese, per quella contemporanea e per i capolavori surrealisti. In questi anni si allontana dalla religione cattolica. Nel 1926 entra a far parte del movimento socialista e frequenta corsi di filosofia alla Sorbona. Nel corso degli studi universitari conosce Lévi-Strauss, Raymond Aron, Merleau-Ponty, Paul Nizan e Jean-Paul Sartre. Tra lei e Sartre nasce subito un forte legame intellettuale e sentimentale, che durerà per tutta la vita, nonostante i due non si sposino. Questo non impedirà a entrambe di avere numerosi amanti. Tra gli amanti della De Beauvoir anche Nelson Algren, cui è dedicata questa lettera. Algren era uno scrittore americano, Simone lo conobbe nel 1947 recandosi negli Stati Uniti. Tra i due si stabilì un rapporto molto intenso anche se altalenante.

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Nelson, mio caro amore...È mezzanotte e io non sono a pezzi, ho appena bevuto un gin col succo di pompelmo (scotch introvabile) e voglio mandarti un bacio prima di dormire [...] Genet si è congratulato con me per il mio vestito e il mio portamento, e per il mio ultimo libro: finalmente mi ha notato. Ha un nuovo giovane amante, sta iniziando un nuovo lavoro teatrale, ma continua a essere sempre se stesso, come la maggior parte delle persone. Ho detto i miei ciao alla mia amica russa che va a riposarsi in campagna. Nuova piccola tragedia per il cambiamento. Dovrebbe recitare di nuovo Le mosche entro un paio di mesi, e già è rosa dall’angoscia. [...] Ho cenato con suo marito, Bost,il giovane autore di Led dernier des métiers. Su un viale di Montmartre si estendeva una vasta fiera; e in questa sera squallida e grigia, le montagne russe, i treni magici, le lotterie, i giocolieri esalavano un disincanto che mi ha toccato profondamente. Questo Bost è il giovane con cui sono andata a letto per molti anni prima di conoscerti, ma ho troncato l’anno scorso al mio ritorno da New York, per la ragione che conosci.

Questa storia non aveva più la stessa importanza di prima, e quindi ho dato un taglio secco, perché non volevo raccontare nulla. Ma siamo rimasti intimi dal momento che lui non è molto felice in questo momento nelle sue relazioni amorose. E poiché è sposato con una donna che, inevitabilmente, costituisce un serio ostacolo a ogni forma di relazione amorosa. Una certa malinconia ha tinto la nostra serata. E poi, quando ho troncato le cose tra di noi, pur non essendosi arrabbiato, sicuramente ha capito che non lo amavo davvero, di certo non ha trovato la cosa piacevole. Se ti dico questo è perché mi hai chiesto di dirti cosa sta succedendo nella mia testa matta e perché io voglio che tu sappia tuttodime. Per te, potrei rinunciare a molto più di un affascinante giovane uomo, lo sai, potrei rinunciare a molte cose; tuttavia non sarei la Simone che ti piace. Se potessi rinunciare alla mia vita con Sartre, sarei una creatura sporca, una traditrice, una egoista.

Questo, io voglio che tu lo sappia, qualunque cosa tu decida in futuro: non è per mancanza di amore che non posso stare e vivere con te.E anche io stessa sono sicura che lasciarti è più difficile perme che per te, mi manchi più dolorosamente di quanto io possa mai mancare a te... Forse lo sai. Ma questo devi sapere altrettanto bene. Per quanto possa sembrare assurdamente pretenzioso da parte mia, c’è un fatto. E il fatto è che Sartre ha bisogno di me. Esternamente è molto isolato, molto tormentato interiormente, molto turbato, e io sono la sua unica vera amica, l’unica che veramente lo capisce, che gli è realmente utile e lavora con lui, e gli porta pace e equilibrio. Per quasi vent’anni ha fatto tutto per me, mi ha aiutato a vivere, a trovare me stessa, lui ha sacrificato molte cose nel mio interesse.

Adesso e per quattro, cinque anni, è venuto il momento in cui sono in grado di restituirgli quello che ha fatto per me. Ora è giunto ilmio turno: posso aiutare colui che mi ha aiutato tanto. Non potrei mai abbandonarlo... Odio parlarne. So che sono in pericolo - in pericolo di perderti - e so cosa significhi per me perderti.

È necessario che tu capisca, Nelson, devo essere sicura che tu capisca laverità:sareifelicedi trascorreregiornienotti con te fino alla morte, a Chicago, Parigi o Chichicastenango,èimpossibile sentire piùamore di quello che sento per te, amore del corpo, del cuore e dell’anima. Ma avrei preferito morire che essere causa di danni irreparabili a qualcuno che ha fatto di tutto per la mia felicità.

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