Per non sentirsi dare delle "cicciottelle" c'è soltanto un modo: provare a dimagrire

Continuano le polemiche sulle arciere olimpiche

Per non sentirsi dare delle "cicciottelle" c'è soltanto un modo: provare a dimagrire

Dietro la censura del «trio di cicciottelle», si nasconde la volontà di negare la corporeità femminile. È cicciottella ma non diteglielo. Se è un uomo potete rivolgergli i peggiori sfottò, se è una donna non vi azzardate. Higuain è sovrappeso, Cassano pure, in questi giorni poi Cosmopolitan delizia le lettrici con una photogallery dedicata ai «migliori pacchi degli atleti alle Olimpiadi» con i primi piani degli inguini più promettenti di Rio. Se invece sei donna, magra o cicciottella, che differenza vuoi che faccia. Quello che conta è come sei dentro, la tua anima, il foro interiore, il corpo è soltanto un volgare involucro. Quante baggianate, quanta ipocrisia. È il nuovo puritanesimo che osserva l'ago della bilancia purché non si sappia. Tutti vorrebbero essere magri ma dirlo è reato. Piuttosto occorre riservare un trattamento di riguardo a chi esibisce chili in eccesso, potrebbe subirne i contraccolpi psicoemotivi. Se poi partecipa alle Olimpiadi manifestazione sportiva, non letteraria non osate esprimere giudizi sulla sua forma fisica. Il politicamente corretto, che ogni giorno di più limita la nostra libertà di espressione, impone di chiamare le cose con un altro nome. Bene ha fatto Clint Eastwood a sbertucciare la «generazione fighetta» che ha paura di raccontare la realtà per non incappare in gaffe contro i neri, i gialli e le donne #cicciottelle. Il fatto è che tutti perseguiamo la magrezza, insomma il peso forma, per ragioni di salute (i grassi vanno incontro a maggiori rischi per accidenti vascolari) e di estetica (thinner is better). Ma la magrezza ha un prezzo. Merendine e bevande gassate addio, molte verdure e poca nutella. Non è facile il mestiere della magra. Per questo volete forse farci sentire in colpa? Dovremmo vergognarci perché, osservando quella sportiva, abbiamo pensato: com'è cicciottella per essere un'atleta! Lo abbiamo pensato tutti, e un direttore ne ha fatto uno (sciocco) titolo. Per questo ha perso il posto nel paese dove un noto settimanale ha pubblicato una intercettazione inesistente (Lucia Borsellino, ricordate?) e ha dedicato una copertina ai «Trafficanti di virus» bersagliando persone indagate e poi prosciolte, senza che sia volata una mosca. Nessuno ha chiesto scusa, neppure un licenziamento. Essere grassi non è reato ma neanche dirlo. Kim Kardashian ha fatto della propria abbondanza fisica un business. Esistono donne magrissime che non riuscirebbero ad attrarre un erotomane, viceversa donne in carne che sprigionano una sensualità prorompente.

Il nostro apparire fa parte del nostro essere, il modo in cui ci presentiamo agli altri non è slegato dalla nostra identità. Se qualcuno ricorda a una donna sovrappeso il suo essere sovrappeso, scandisce una plateale verità. Se vuoi che gli altri dicano di te che sei magra, c'è un rimedio: dimagrisci.

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