
Nostro inviato a Cernobbio (Como)
Un calciomercato fatto di indiscrezioni, colpi veri e presunti, voci che scaldano l'estate e titoli di giornale. È questo il paragone scelto dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, in videocollegamento con il Forum Teha di Cernobbio, per descrivere le tante ipotesi circolate sulla prossima legge di Bilancio. "Ad agosto e settembre, come per il calcio, c'è la manovra-mercato", ha ironizzato sottolineando che si tratta di "una serie pirotecnica di proposte fantasiose di cui il ministro non sa assolutamente nulla". Ma subito ha chiarito: l'attuazione delle proposte dipenderà esclusivamente dalla loro fattibilità e dalla compatibilità con i vincoli europei. E l'Italia, ha rivendicato, è tra i Paesi che rispettano "in modo più puntuale" il Patto di Stabilità, anche dopo averne contestato le regole.
Si proseguirà sulla strada tracciata. Nessuna deroga sul bilancio, nessun avventurismo sui conti. "Diversamente rispetto agli anni scorsi, quando la legge di Bilancio era la legge delle manovre punitive, cioè dei sacrifici imposti agli italiani, la notizia è che quest'anno non serve nessuna manovra correttiva", ha spiegato perché "i conti stanno andando esattamente come previsto e la crescita sarà con ogni probabilità in linea con le stime che la indicano quest'anno allo 0,6%". Una novità rispetto al passato: la legge di Bilancio non sarà sinonimo di sacrifici imposti agli italiani. Segno che, almeno sul piano della disciplina di bilancio, l'approccio "serio, responsabile e prudente" adottato sta dando frutti.
Il ministro ha voluto sgombrare il campo anche da interpretazioni troppo allarmistiche sulle tensioni commerciali. Se da un lato i dazi Usa hanno reso più complesso l'export italiano, "il vero problema strutturale" è un altro: il disavanzo commerciale con la Cina e, più in generale, con l'Asia. "L'overcapacity cinese e la concorrenza a prezzi non remunerativi ha rilevato sono fattori che minacciano la sostenibilità del nostro sistema industriale". Una riflessione che, a suo avviso, dovrebbe portare l'Europa a rivedere radicalmente le regole del commercio globale.
Sul tavolo ci sono però anche nuove sfide. La più pressante riguarda le spese per la difesa, da aumentare in seguito alle decisioni prese a livello europeo dopo l'escalation della guerra in Ucraina. Una scelta che pesa sui bilanci nazionali e che, ha avvertito Giorgetti, rischia di comprimere gli spazi per altri interventi. "È difficile spiegare ai cittadini ha detto che il Patto di Stabilità può essere derogato per la difesa e non per altre spese". Un tema che il governo intende affrontare chiedendo che l'aumento degli stanziamenti non si traduca solo in maggiori oneri, ma diventi anche un'opportunità industriale per il settore nazionale, in termini di occupazione.
Giorgetti ha rivendicato, infine, le misure già varate a sostegno dei redditi medio-bassi: circa 20 miliardi di riduzione del carico fiscale negli ultimi anni. Eppure, nonostante questi interventi, i consumi non hanno reagito come atteso. Colpa dell'incertezza globale, militare e commerciale, che ha spinto le famiglie a risparmiare più che a spendere. "C'è stata una propensione al risparmio indotta dalla paura", ha osservato.
Nessuna promessa roboante, dunque, ma l'impegno a "promettere poco e fare tanto", mantenendo i conti in ordine.
Una filosofia che, secondo il ministro, trova conferma nella fiducia dei mercati e nel consenso politico interno. La manovra, insomma, non sarà un'asta al rialzo come quella che il Psg voleva indire per cedere Kolo Muani alla "sua" Juve.