Cristina BassiMilano A usare la parola «accanimento» era stato proprio Fabio De Pasquale. Nella requisitoria del processo d'appello per la vicenda Mediatrade contro Pier Silvio Berlusconi, Fedele Confalonieri e altri sei imputati il pm, che ha voluto sostenere l'accusa anche in secondo grado, aveva assicurato: «Da parte della Procura non c'è alcun accanimento. Chiedo solo che siano accertate le responsabilità». Ora la corte presieduta da Marco Maria Maiga gli dà in parte ragione, ribaltando la sentenza di assoluzione di primo grado. La condanna per il vicepresidente e ad e il presidente di Mediaset (assolti tutti gli altri) è di un anno e due mesi, con sospensione condizionale della pena, per frode fiscale limitatamente all'anno di imposta 2007. L'accusa aveva chiesto tre anni e due mesi a carico del figlio dell'ex premier e tre anni e quattro mesi a carico di Confalonieri per la presunta compravendita di diritti tv gonfiati. Riguardo agli anni 2006 e 2008 la corte ha decretato il non doversi procedere per prescrizione in un caso; l'assoluzione perché il livello della presunta evasione non è penalmente rilevante, nell'altro.«Una sentenza incomprensibile - commenta a caldo Niccolò Ghedini, legale di Berlusconi jr, annunciando il ricorso in Cassazione -, ma da Milano ci si aspetta sempre di tutto. È stupefacente che si riformi una sentenza in peius (in peggio, ndr) senza riaprire il dibattimento, come invece impone la Corte europea dei diritti dell'uomo. E che si ritengano responsabili Pier Silvio Berlusconi e Confalonieri ma non gli altri, in particolare Frank Agrama (il produttore americano ritenuto l'intermediario dei diritti, ndr)». Incredulità anche da Mediaset «per il ribaltamento della sentenza di primo grado», si legge in una nota, che anche per il 2007 «era giunta al termine di un lungo e approfondito dibattimento durato più di tre anni. Mediaset ha fiducia che davanti alla corte di Cassazione verrà ristabilita la totale estraneità di Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi a qualsiasi forma di frode fiscale». Per il presunto reato del 2007 inoltre incombe la prescrizione: già ad aprile secondo alcuni calcoli, a fine anno secondo altri. Intanto oggi riprende l'udienza preliminare del processo «Ruby ter», che vede imputato tra gli altri Silvio Berlusconi con l'accusa di aver comprato le testimonianze di alcune ragazze. Secondo la Procura, Karima El Mahroug avrebbe nascosto all'estero ben 5 milioni ricevuti dall'ex premier. Ma il teorema del «tesoretto» oltreconfine viene smontato dal risultato delle rogatorie fatte in Germania e in Messico. In Centro America infatti sono stati scovati poco più di 12mila euro (circa 244mila peso) legati all'attività avviata con l'ex Luca Risso. Infine la guerra sulla competenza territoriale. Seguendo la traccia dei pagamenti, la difesa di Berlusconi ha chiesto che il processo passi a Roma: qui infatti sarebbe stato fatto il primo dei versamenti che per i pm servivano ad addomesticare i testi.
La Procura invece sostiene che il pagamento chiave sia l'ultimo, fatto a Segrate. Ora però i difensori ne hanno trovato uno successivo, eseguito da Giuseppe Spinelli ad Arcore. La competenza quindi sarebbe della Procura di Monza. Oggi è attesa la decisione del gup Anna Laura Marchiondelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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