A casa di una deputata leghista c'è un conflitto d'interessi al contrario sui migranti: il nonno li ospita, lei condanna il business. Eva Lorenzoni prende le distanze dal familiare che ha convertito a Corvione di Gambara, in provincia di Brescia, un ristorante di sua proprietà in un centro per richiedenti asilo. Insomma, generazioni - e affari di famiglia - a confronto nella «Bassa», come riferisce il «Giornale di Brescia», che spiega che la deputata del Carroccio Eva Lorenzoni si è schierata contro l'iniziativa del nonno. «Non condivido in alcun modo le scelte fatte da un componente della mia famiglia d'origine», ha detto.
La Lorenzoni prosegue: «Ho condannato la scelta di mio nonno privatamente e direttamente con l'interessato e anche pubblicamente organizzando un presidio e mettendo in atto tutte le azioni che potevano in qualche modo bloccare l'arrivo e la successiva ospitalità dei presunti
profughi a Corvione.Non è una parentela che mi farà cambiare idea sulla questione e nessuno può in alcun modo strumentalizzare la mia posizione poiché io combatterò questo business da militante della Lega e da cittadina».
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