Milano - Tra gli «alfaniani» di Lombardia cresce la voglia di tornare a casa. Trascinati senza entusiasmo nella fronda a Berlusconi dai colonnelli ciellini (e non solo) che volevano conservare le vellutate poltrone romane, hanno tenuto duro. Ma continuando a sperare che arrivasse al più presto quella ricomposizione del fronte dei moderati considerato l'unica possibilità di arginare l'ondata di renzismo che tutto travolge. Anche perché tra meno di due anni a Milano si vota e per riprendere la città alla deriva rosso-arancione tutta rom e centri sociali griffata Giuliano Pisapia, non ci sono molte alte possibilità che la santa alleanza del centrodestra. E non è un mistero che a sognar di guidarla sia proprio il «ragazzo di Baggio», quell'antica periferia milanese da cui è partito Maurizio Lupi fino a diventare ministro nei governi Letta e oggi Renzi. Chiaro che un sogno così può diventare realtà solo a centrodestra unito. Lega compresa che su quella poltrona però, vuol far sedere il nuovo leader Matteo Salvini. Ma per vincere a Milano sono molti nel Nuovo centrodestra lombardo a sperare in un'alternativa al comunque «meridionale» Angelino Alfano, merce troppo difficile da piazzare tra la Brianza delle fabbrichette e le valli lombarde. Lì dove non è un caso che la micidiale macchina da voti ciellina da sempre abituata a fare il pieno sia rimasta in panne alle ultime elezioni europee. E nonostante la candidatura di un big come Lupi. «Abbiamo provato a portare Alfano tra gli imprenditori e i commercianti che sono da sempre nostri elettori - racconta un politico dalle molte campagne elettorali - Ma in Lombardia è chiaro che così si fa fatica».
Nessun dubbio, invece, che proprio dalla Lombardia possa, anzi debba partire la ricomposizione. «Siamo assolutamente convinti - spiega il coordinatore regionale Ncd Alessandro Colucci - di poter ricreare il centrodestra. E proprio a partire da qui, soprattutto dopo l'ultima Forza Italia che dice prima gli italiani e prima il Paese. Un bel passo avanti rispetto agli estremismi del passato». Già pronta una road map «sulla base dei valori del Partito popolare europeo: famiglia, libera impresa, sociale e sanità». Da chiamare a raccolta, oltre a Ncd e Fi, «anche Fratelli d'Italia e la Lega - sottolinea Colucci - Ma quella di Maroni e non quella razzista di Salvini». Per Nicolò Mardegan «Salvini con le sue continue dichiarazioni contro Alfano dimostra di voler impedire l'unità del centrodestra che invece dimostra essere un'ottima squadra di governo come si vede in Lombardia con Maroni». Per l'ex sindaco di Magenta Luca Del Gobbo, oggi responsabile provinciale non c'è più tempo. «Da settembre - il suo appello - bisogna costruire con il centrodestra unito un'alternativa alla Milano di Pisapia. Non è questa la città europea che noi moderati vogliamo». Per Roberto Formigoni «un nuovo centrodestra va costruito sui valori della libertà, ma una riproposizione del vecchio non funziona: partiamo dalle idee, non sarà la semplice somma che ci può far vincere». Ma prima «Fi ci spieghi questa apertura alle coppie gay: una boutade o una cosa seria? Sulla famiglia non si scherza». Per il consigliere regionale Stefano Carugo «in Lombardia Ncd si sente molto più vicina a Fi e a Berlusconi che a Casini, all'Udc e ai cespuglietti. La separazione è stata traumatica e così divisi abbiamo perso forza».
Perché il vero problema è un certo strabismo politico.
«Gente come Quagliarello - dice un pezzo grosso - pensa di poter fare il furbo con un partito a geometrie variabili. A Roma separati, ma uniti in Lombardia. Ragionamenti da vecchia politica, gli elettori qui al Nord ci hanno già detto chiaro che così non va».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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